Warm up: ultima sessione di prove in casa Ferrari prima della quotazione a Wall Street. E’ pronta a partire la procedura di Initial Public Offering (IPO) la quale, secondo le previsioni di Cnbc, interesserà il 10% delle azioni del Cavallino Rampante. Nei mesi scorsi il CEO della controllante FCA – Sergio Marchionne (in foto) – ha spiegato che, per motivi legali, il debutto sul mercato americano non potrà avvenire prima del 13 Ottobre.
Ferrari sbarcherà al NYSE (New York Stock Exchange) con il ticker FRRI e l’offerta, che secondo Bloomberg sarà ampiamente sottoscritta, potrebbe portare ad una valorizzazione del marchio di 10 miliardi di euro.
Quali le conseguenze dell’IPO?
- Oltre al 10% destinato al mercato, un altro 10% del capitale sarà detenuto da Pietro Ferrari e il restante 80% sarà ancora in mano a FCA. Quest’ultima quota, tuttavia, sarà presto protagonista di un ulteriore cambiamento: a inizio 2016 è infatti prevista la separazione di Ferrari da FCA, che conta di trasferire l’80% di capitale ai suoi soci. Azionista di maggioranza diventerà, a quel punto, Exor S.p.A. (Holding di casa Agnelli) che – grazie alle loyalty shares, che garantiscono un voto plurimo a chi detiene le azioni per un certo periodo di tempo – godrà del controllo rafforzato.
- Altra conseguenza riguarda il debito netto di FCA, che a fine giugno era pari ad 8 miliardi di euro: il collocamento delle azioni di Maranello consentirà la riduzione del debito e metterà la società al riparo da eventuali fallimenti di mercato.
- Infine, l’IPO potrebbe essere l’occasione per ampliare le prospettive di mercato, consolidando la presenza di negozi monomarca Ferrari Store nel mondo. L’attività di merchandising – si legge nel prospetto informativo – è salita, nel primo trimestre 2015, del 16,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Abbigliamento, orologi, accessori, articoli da collezione rappresentano prodotti di eccellenza che, al pari delle automobili, rendono esclusivo il marchio di lusso italiano.
Pit Stop: Cos’è una IPO?
Come si legge in un articolo pubblicato su Smartweek.it (e che trovate qui nella sua versione integrale) per IPO si intende “l’offerta pubblica iniziale dei titoli di una società che intende collocarsi per la prima volta su un qualsiasi mercato azionario. Generalmente, queste operazioni sono promosse da imprese il cui capitale è detenuto da piccoli gruppi di azionisti che intendono aprirsi ad un pubblico di investitori più ampio. Senza dubbio si tratta di una delle operazioni finanziarie più complesse e costose che un’impresa possa affrontare e le procedure possono variare di volta in volta con combinazioni infinite. Le variazioni coinvolgono principalmente il metodo in cui si determina il prezzo di collocamento delle azioni e il modo in cui sono allocate agli investitori”.