È possibile che, in Grecia e in piena crisi economica, un’isola fuori dalle rotte abituali del turismo di massa rinasca grazie al turismo, anche se non si chiama Corfù, Mykonos o Santorini, se non ha le spiagge più bianche e il mare più pulito?
Sembrerebbe impossibile, eppure una piccola isoletta del Dodecanneso, Kalymnos, sta acquistando una sorprendente fama presso gli appassionati di free-climbing di tutta Europa, tanto da diventare una delle mete più ambite per chi voglia concedersi una vacanza caratterizzata da una full-immersion nell’arrampicata sportiva.
Chi c’è stato, racconta di un posto magico, sospeso tra roccia e mare, tra turismo e wilderness, tra attualità e storia. Un paradiso terrestre per chi vuole concedersi una settimana di totale relax e adrenalina (potrà sembrare strano ma per chi arrampica le due cose vanno inscindibilmente assieme) in un posto incantevole, fuori dalle consuetudinarie rotte turistiche.
Le parole non rendono però giustizia a questo piccolo gioiellino mediterraneo, valorizzato al meglio dalla popolazione locale, che è riuscita a renderla meta turistica ideale per i climbers, figli illegittimi della grande tradizione alpinistica e quindi ancora legati al fascino della natura selvaggia e dell’avventura, mantenendone alterato l’aspetto rustico e “alla buona” ma fornendo tutti i comfort che si possano desiderare.
Come la maggior parte delle isolette greche Kalymnos affonda le sue radici nella grande cultura classica, citata da Omero nell’Iliade tra le isole Calydnae e da Ovidio nella Metamorfosi, e nel corso della storia ha dovuto la sua relativa prosperità alla pesca delle spugne e alla navigazione.
Quando negli anni ’80 del secolo scorso il commercio delle spugne entra in crisi la piccola isola sembra destinato ad una progressiva crisi, incapace di fare concorrenza alle più famose e appetibili Mykonos, Santorini, Corfù, nel mercato del tradizionale turismo di massa.
Nel 1996 arriva però la svolta, quando l’alpinista Italiano Andrea Di Bari si reca nella nostra isoletta per una vacanza di totale relax e tranquillità. Lontano da ogni sospetto a tal proposito, rimane folgorato dalla bellezza e dalla varietà della roccia che Kalymnos ha da offrire e decide così di ritornarvi nel Maggio e nell’Ottobre del 1997 per attrezzare un buon numero di pareti con un gruppo di amici. Quando nel 1999 la rivista Alp dedica un articolo intero all’opera di Andrea e compagni, l’arrampicata sportiva sull’isola giunge presto a fama internazionale.
Ed eccoci arrivati al succo della vicenda, le autorità cittadine e la popolazione locale intuiscono subito le potenzialità economiche della vicenda ed aprono una collaborazione con Aris Theodoropoulos e altri climbers greci ed internazionali che porta all’attrezzatura delle numerose pareti e falesie che hanno reso Kalymnos il gioiello che ha fatto innamorare migliaia di climbers. Per dare maggiore visibilità internazionale all’isola ogni anno viene organizzato un festival sponsorizzato The North Face che attira climbers del calibro di Adam Ondra, Chris Sharma, Dani Andrada e Alex Huber (per chi non fosse dell’ambiente un po’ come avere Federer, Nadal, Djokovic e Murray nello stesso torneo di tennis).
Il festival del 2013 ha visto la partecipazione di ben 540 climbers provenienti da 24 paesi, 16 tra i più forti professionisti del settore, sponsorizzazioni eccellenti come la già citata North Face e la casa automobilistica Jeep e la diretta streaming per le fasi finali della gara che ne ha garantito una visibilità mondiale.
L’arrampicata sportiva si sta trasformando da attività di nicchia a fenomeno di massa, e, grazie all’afflusso di arrampicatori da tutta Europa, Kalymnos sta vivendo un momento di crescita economica non indifferente in una Grecia in crisi nera. Ciò può dare numerosi spunti di riflessione a chi in Italia considera ancora i climbers come un disturbo alla quiete pubblica da tollerare con grande fatica, invece che come una possibile fonte di guadagno e di benessere. Posti come Arco di Trento e San Vito lo Capo si stanno muovendo in questa direzione, ma l’Italia ha ancora numerose potenzialità inespresse, un investimento che potrà rendersi proficuo per chi abbia voglia di scommettere su questa novità e pensare il turismo fuori dai soliti schemi.