La Brexit Secondo Banksy

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Da un lato del Canale della Manica, l’europeista Emmanuel Macron viene eletto nuovo Presidente della Repubblica francese, dall’altro lato il Regno Unito si allontana sempre più da un’Europa traballante.

E il famoso, ma inafferrabile, artista inglese Banksy ritorna all’attacco con i suoi graffiti colmi di critica politica e morale.

Questa volta fa apparire un graffito a Dover, nell’area portuale che divide le coste inglesi dal mare.

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Il graffito in questione, che copre tutta la facciata di un palazzo ormai invecchiato, raffigura un operaio che con martello e scalpello falcia via una stella dalla grande bandiera europea.

Il graffito si inserisce in un momento controverso per la politica europea: il Regno Unito è attualmente in fase di elezioni generali che detteranno le prossime mosse sulla questione Brexit e quindi l’imminente uscita dall’Unione Europea.

Sul tema Europa, l’artista ha creato opere, precisamente a Londra, circa le condizioni dei rifugiati di Calais, frontiera francese.

Ha creato poi, presso una località marina inglese, un parco a tema, su falsa riga di quelli proposti da Disney, chiamato proprio Dismaland.


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E’ stato definito:

Banksy, attraverso un filo rosso dissacratorio e tagliente, continua la sua campagna contro le istituzioni toccando ogni volta tematiche nuove, quindi attuali.

L’artista si inserisce nella società in maniera attiva e prevaricatrice: le sue opere sono molto spesso di grande formato catturando così l’attenzione e chi le guarda è sempre posto ad un’attenta riformulazione del concetto sia artistico che sociale.

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In maniera scaltra, diretta e mai banale, l’artista ci obbliga a pensare a cosa stia succedendo intorno a noi.

Banksy che, tra le altre cose, non ha mai rivelato la propria identità: potrebbe essere un singolo, si è ipotizzato un collettivo, senza riuscire però ad avere mai certezze.

La prerogativa, però, è sicuramente l’inaspettata: Banksy fa apparire le sue opere da un giorno all’altro, senza che i più ne siano a conoscenza.

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L’arte, quindi, non è solo colori su una tela, o qualsiasi sia il supporto o il mezzo; è anche veicolare un messaggio che in contesti differenti non riuscirebbe a rimanere impresso.

Sono messaggi veloci che stupiscono e ci pongono, in maniera perpetua, delle domande a cui noi dobbiamo trovare soluzione e risposta.

Banksy è così: ci crea dei quesiti, ci impone di soffermarci sulla questione in una maniera più esplicita e appagante, perché in fondo i suoi graffiti piacciono a tutti, anche a quelli più bigotti!

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