“We can neither confirm nor deny that this is our first tweet”. Ovvero: “Non possiamo né confermare né smentire che questo sia il nostro primo tweet”.
Così la CIA, acronimo di Central Intelligence Agency, ha fatto il proprio esordio sulla piattaforma social, twitter, raggiungendo in meno di novanta minuti più di novantamila follower; circa mille follower al minuto. Si tratta di un evento più unico che raro proprio per la funzione svolta dall’Intelligence e tanto per la riservatezza quanto per la segretezza che da sempre contraddistingue non soltanto l’operato, ma anche i soggetti che all’interno di questa esercitano la propria attività.
Le ragioni che hanno condotto la più importante agenzia di spionaggio statunitense ad accedere su un social di questo tipo sono state chiaramente spiegate dal direttore, John Brennan il quale ha dichiarato in un’intervista che entrando su queste piattaforme la Cia avrà la possibilità di entrare in contatto in modo diretto con le persone e fornire informazioni sulla sua missione, la sua storia e i suoi sviluppi.
Ulteriore obiettivo che si cercherà di conseguire sarà quello di potersi direttamente pronunciare sulle voci che spesso si rincorrono in rete circa le operazioni svolte dalla CIA e gli scandali dei quali spesso sembra essere fautrice.
Inserendo al termine dei propri cinguettii, l’hashtag “#sorrynotsorry” , numerosi sono stati i messaggi ironici resi pubblici dell’agenzia; si pensi, ad esempio, alle affermazioni rese sulla persona di Tupac Shakur, rapper della West Coast morto a Las Vegas il 16 settembre 1996 a seguito di cinque colpi di pistola, sul quale è stato scritto : “No, we don’t know where Tupac is”. O ancora, riferendosi alla famosa attrice, comica e presentatrice statunitense, Ellen Degeneres la quale chiedeva ironicamente su twitter di essere seguita dalla CIA, proprio l’agenzia ha risposto, con grande umorismo : “Ti chiediamo scusa per non seguirti. Ma se ci fai visita possiamo farci un selfie?”.
Nick Bilton, giornalista del New York Times ha affermato che twitter ha rivoluzionato l’attività dei media, e non solo, senza intaccare la privacy. Guardando a quanto scritto e fatto fin qui dalla Central Intelligence Agency, non si può che dargli ragione.