“La ragione più stupida del mondo per acquistare un’azione è il fatto che la sua quotazione stia salendo”. Questa famosa citazione è del mago della finanza Warren Buffett.
Difficile però seguirla quando le azioni di alcune società operanti in mercati vincenti (nuove tecnologie, internet, social network) cominciano a raggiungere prezzi stellari: lunedì 5 maggio i titoli Apple hanno raggiunto addirittura un valore di 500 dollari ad azione (prezzi che non si vedevano da circa due anni). Per qualsiasi persona sembrerebbe una garanzia scritta del successo dei propri investimenti. Prima di destinare tutti i risparmi in azioni di società tecnologiche bisognerebbe però ricordare che spesso la storia si ripete, e che questa ascesa non è cosa nuova nei mercati finanziari.
Nel 2000 infatti si pensava che qualsiasi società quotata che operasse nel settore di Internet fosse un investimento più che sicuro. Questo ovviamente aveva portato ad investimenti a catena spropositati nel settore delle nuove tecnologie. Una volta passato l’entusiasmo iniziale, si era però creato un deficit per quanto riguardava la liquidazione successiva dei titoli. Questo fenomeno è stato definito, a causa del settore, con il termine Dot.com Bubble. Si ricorda che una volta scoppiata questa prima bolla finanziaria grosse società avevano visto ridurre di moltissimo il loro potere. Cisco aveva perso sulle azioni circa l’89% e Amazon addirittura il 93%: da un giorno all’altro il prezzo passò da 107 a 7 dollari.