Al giorno d’oggi è senza dubbio l’argomento più gettonato al tavolo dei grandi investitori di tutto il mondo. Se ne discute a lungo e con pareri diversi. Parliamo della nascita di una nuova Free Trade Zone (FTZ) a Shanghai. Approvato a luglio dal premier cinese Li Keqiang, il progetto dovrebbe vedere la luce alla fine di questo mese, con la cerimonia di apertura prevista tra il 26 e 29 settembre. L FTZ sorgerà nell’area di Pudong, a Shanghai, e occuperà una superficie di circa 30 kmq. I dettagli ufficiali, tuttavia, sono ancora pressoché sconosciuti. Tante, invece, le voci autorevoli che già circolano nei salotti finanziari asiatici e di tutto il mondo.
Negli ultimi decenni la Cina ha dimostrato di essere il Paese in grado di crescere maggiormente in termini di prodotto interno lordo, registrando una crescita a doppia cifra anche negli anni più bui della stessa crisi che ha colpito tutte le economie mondiali. Tutto ciò è stato reso possibile da una serie di riforme economiche, promosse e portate avanti dal Partito Comunista, che hanno condotto nel tempo a una significativa apertura del mercato cinese nei confronti dell’estero, con la conseguenza di proiettare la Cina al ruolo di seconda economia a livello mondiale.
Queste riforme tuttavia, iniziate negli anni ’80, stanno per esaurire la loro forza trainante sull’economia asiatica, che manifesta oggi una rinnovata necessità di apertura a nuovi orizzonti. Il PIL Cinese è infatti cresciuto lo scorso anno “solo” del 7,7% e le previsioni degli analisti per quest’anno prevedono una decelerazione fino al 7,5%. Parte delle colpe è da additare al precedente governo guidato dal conservatore Hu Jintao, poco propositivo in termini di riforme economiche per accompagnare e sostenere questo fantastico boom.