Se qualcuno pensava che sarebbe stato il calcio a farla da padrone in questi Mondiali al ritmo di samba, evidentemente si sbagliava di grosso. Nelle scorse settimane infatti molti paesi hanno scelto di raccontare un’altra realtà legata al pallone e ai prossimi campionati del mondo: il business della prostituzione.
Tutto nasce dalla notizia secondo cui nei giorni scorsi circa un migliaio di prostitute brasiliane abbiano iniziato a frequentare dei corsi di inglese basic promossi dall’Associazione delle Prostitute a Belo Horizonte. Una full immersion relativa ai vocaboli del mestiere ma anche una veloce carrellata sulle indicazioni culinarie e turistiche tipiche del paese verdeoro. Ciò che colpisce non è solo il fabbisogno di cultura internazionale concesso gratuitamente dall’associazione, bensì i numeri che gravitano attorno a questi mondiali legati al mondo delle prostituzione. Si calcola infatti che siano state reclutate circa un milione di prostitute per far fronte alla domanda dei turisti stranieri (italiani, francesi e sudcoreani in primis), che dopo i mondiali tedeschi hanno dimostrato di saper far girare assai l’economia in fatto di prestazioni sessuali a pagamento.
Il dato allarmante è però quello relativo al numero di prostitute minorenni interessate dall’attività di prostituzione. Sono infatti 400 mila le bambine e le adolescenti disponibili negli oltre 2000 bordelli presenti in Brasile (solo a Belo Horizonte se ne contano 27 per i circa 200 mila turisti attesi). Poche decine di migliaia di dollari è il costo per strapparle alle famiglie e bastano pochi dollari necessari per aggiudicarsi i loro corpi in vendita. Sono ragazze provenienti da contesti di estrema povertà e proprio allo scopo di fermare questa piaga sociale che in Brasile ha raggiunto livelli disarmanti sono stati realizzati parecchi reportage.
Anche il mondo del calcio ha risposto con alcune campagne di sensibilizzazione sul tema che hanno interessato giocatori come Kakà e Juninho, eppure, nonostante gli sforzi, gli interessi sono ancora troppo alti. Si parla infatti di decine di milioni di euro di introiti e di interessi da parte di vere e proprie aziende del sesso, che non solo garantiranno pagamenti con speciali posti mobili collegati alla rete ma anche un servizio di lusso 24 ore su 24 a coloro che al calcio vorranno affiancare qualcosa di più di un semplice turismo calcistico-sessuale.