Che il panico finanziario del 1907 (o Panico dei Banchieri), scatenatosi negli Stati Uniti dopo il fallimentare tentativo di manipolazione del prezzo del titolo “United Copper Company” – con le enormi ripercussioni che poi ebbe sul resto delle economie mondiali – fosse una chiara dimostrazione della fragilità dell’ordine finanziario internazionale dell’epoca è elemento noto alla maggior parte degli economisti.
Ma che esistesse una stretta connessione tra uno dei peggiori tracolli della storia finanziaria e l’escalation di tensioni diplomatiche che avrebbero poi condotto allo scoppio del primo conflitto mondiale, è Harold James, professore di storia e relazioni internazionali all’Università di Princeton, il primo ad affermarlo. Un collegamento che, stando al suo ultimo articolo “Lessons From the Financial Preparations in the Lead-Up to the First World War”, comporta non poche implicazione per il corrente scenario geo-politico mondiale, mentre le economie fanno ancora fatica a riprendersi dalla crisi finanziaria del 2008.