Svolta in vista per il Giappone. Il programma del Primo Ministro Shinzo Abe per risanare l’economia giapponese, la famosa Abenomics, riceverà nuova forza propulsiva grazie a un investimento multimiliardario di Central Japan Railway, l’equivalente giapponese di Trenitalia, i cui treni accumulano in un anno meno di 20 minuti di ritardo in tutto il Paese, vuole rivoluzionare la rete ferroviaria nazionale con la tecnologia Maglev, a levitazione magnetica.
Il sistema ferroviario giapponese è già uno dei più avanzati al mondo, ma per venire incontro alle necessità di spostamento dei suoi odierni 128 milioni di abitanti deve migliorare ancora di più i suoi servizi. Il cielo del Sol Levante sarabbe coperto di aerei se venisse scelta la soluzione di ampliare aeroporti e numero di voli, quindi, se non si vuole piombare nell’incubo dello smog cinese, non resta che aumentare la velocità dei treni. A qualunque costo, anche se questa somma dovesse superare i 90 miliardi di Euro. Questa la cifra preventivata da JR Central, che il governo di Abe sembra intenzionato ad approvare e a sostenere.
Il paradosso è che i tempi per prendere questa decisione e attuarla sono strettissimi. Secondo i calcoli dei progettisti, e di chi una rete Maglev ce l’ha già, come la Cina (il tratto tra Shangai e il suo aeroporto è Maglev), costruire binari a levitazione magnetica richiede tempo e soprattutto richiede tempo effettuare i test di collaudo, visto che queste scheggie del trasporto pubblico superano i 500 km/h. In conclusione le prime parti della rete Maglev nipponica non dovrebbero essere pronte prima del 2027, mentre per disporre di questa tecnologia su tutte le isole dell’arcipelago si dovrà attendere il 2045. Troppo tardi. Ma perché?
Il declino demografico nipponico infatti si sarà già consumato a metà del secolo, con una popolazione di 87 milioni di persone prevista nel 2050, ossia 40 milioni in meno di oggi. Quella di Central Japan Railway sembra essere una corsa contro il tempo…dei suoi clienti.