La Rivoluzione Verde del Trasporto Londinese

A fine dello scorso anno, la Commissione Europea aveva richiamato l’amministrazione londinese e quella di altre città dell’Unione per lo sforamento dei limiti massimi di polveri sottili stabiliti dall’UE. Il commissario all’ambiente, Janez Potočnik, aveva minacciato sanzioni a partire dal 2020, se i livelli di smog non rientreranno sotto la soglia stabilita per quella data.

Una prima risposta è arrivata dal sindaco di Londra, Boris Johnson, che a metà febbraio ha annunciato il progetto per la creazione di una “Ultra Low Emission Zone” corrispondente al centro della città, entro il 2020. Durante un evento tenutosi presso l’Emirates Stadium, casa dell’Arsenal Football Club, sono stati presentati alcuni dettagli riguardo ai progetti dell’amministrazione. L’evento è stato organizzato da GreenFleet, una rivista di settore dedicata ai mezzi di trasporto elettrici, con lo scopo di mettere in contatto i produttori di auto, le principali compagnie di trasporto e le autorità pubbliche nel settore.

L’amministrazione londinese intensificherà la sua campagna a sostegno delle auto elettriche iniziata nel maggio 2011, con l’installazione di 150 punti di ricarica pubblici; 3 anni dopo, i “chargepoints” sono diventati 1400. L’obiettivo è però la quota dei 25000 punti di ricarica entro il 2018. Questo numero è secondo gli esperti il minimo che Londra deve raggiungere perché possa realizzarsi un progetto parallelo: la completa sostituzione dei tradizionali taxi londinesi con dei taxi elettrici. Secondo uno dei Project Manager di Transport for London, David Metcalfe, l’indotto industriale che cura l’installazione dei punti di ricarica si è ormai sviluppato a tal punto da poter fare a meno dei sussidi pubblici, e il progetto sembra quindi non impossibile, anche se indubbiamente ambizioso.

Contemporaneamente, sono state inaugurate alcune linee di bus “green”. I bus testati su brevi tratte nel centro di Londra hanno però dimostrato oggettivi limiti di autonomia. In attesa di batterie più potenti, la soluzione sembra il bus ibrido, alcuni esemplari dei quali già sono in servizio. Questi mezzi, dotati sia di motore elettrico sia di motore a gasolio, producono più del 30% di CO2 in meno rispetto ai vecchi modelli diesel.

Inoltre, nei prossimi anni l’estensione della rete pubblica per la ricarica delle auto elettriche sarà affidata a IER, un’azienda che già ha curato lo stesso servizio per la capitale francese, dove ha introdotto anche un servizio di car sharing ecologico. Infine, il governo ha annunciato, attraverso l’OLEV (Office for Low Emission Vehicles), un massiccio piano in sostegno all’industria dell’auto per aiutare i produttori a convertire le produzioni verso l’elettrico e rendere il Regno Unito un leader mondiale in questo settore in espansione: 400 milioni saranno stanziati fino al 2015, altri 500 milioni dal 2015 al 2020, e altri 100 milioni sotto forma di incentivi fino al 2020.

Photo credit: shirokazan / Foter / CC BY