Quali sono stati i fatti salienti della settimana?
- La Commissione Europea ha rivisto leggermente al ribasso le stime di crescita per l’anno in corso lasciando però invariate quelle per il 2017. Nel 2016 l’economia globale dovrebbe crescere del 3,3%.
- Duramente colpito a Piazza Affari il settore bancario; l’agenzia di rating Standard & Poor’s non vede impatti immediati sui rating di controparte delle banche italiane dopo l’accordo siglato tra il governo e la Ue su uno schema di garanzie per la gestione dei non performing loans.
- In Cina, l’indice PMI Composito di gennaio torna sopra la soglia di 50. Nel 2015 il Pil è cresciuto del 6,9% ed il target di crescita per il 2016 viene fissato al 6,5-7%. L’obiettivo minimo di crescita annua, stabilito da Pechino e valido fino al 2020, è il 6,5%.
Mercati
Azionario
È stata una settimana difficile per i mercati azionari globali, soprattutto per quello italiano. Le vendite hanno caratterizzato tutti i mercati, da oriente ad occidente, con l’unica eccezione del mercato cinese che riesce a chiudere la settimana con un timido +0,60% (CSI 300); tuttavia il listino cinese da inizio anno perde più del 20%. Il mercato italiano ha perso questa settimana più del 6%, trascinato al ribasso soprattutto da banche ed energetici. Continuano le trimestrali, il rafforzamento del dollaro ha penalizzato i ricavi delle imprese ed il calo del petrolio si fa sentire sui bilanci delle società energy. L’outlook 2016 preoccupa un po’ gli investitori e iniziano i primi profit warning per il trimestre in corso.

Obbligazionario
I tassi d’interesse offerti dai titoli di Stato italiani sono saliti questa settimana all’1,56%. Il rendimento del decennale americano è sceso all’1,87% e quello del Bund a 0,30%, entrambi i rendimenti si stanno avvicinando ai minimi registrati all’inizio dell’anno. Lo spread Btp/Bund supera i 120 punti base e chiude la settimana a 124,88, valore comunque inferiore allo spread Bonos/BTP in salita a 133 punti. Infine sul mercato corporate non si registrano variazioni particolari, sia per quanto riguarda il comparto Euro che per quanto riguarda il comparto USA.

Valute & Commodities
Brutta settimana per il dollaro. La moneta europea infatti prende forza nei confronti del biglietto verde americano (+2,9%) e scambia a 1,1147. Il dollaro chiude la sua peggiore settimana dal 2009. Per il petrolio la settimana è stata caratterizzata da alti e bassi e si conclude con un -0,3%. Da inizio anno l’oro nero ha perso il 7,1% e secondo gli analisti di Goldman Sachs il valore è destinato a crescere entro fine anno.
Da tenere d’occhio la prossima settimana
Ecco i dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della settimana e la stima del consensus (fonte: Bloomberg).
Europa – È arrivato il tempo di calcolare il PIL per dell’Eurozona per il quarto trimestre del 2015. Sulla base del consensus il dato trimestrale dovrebbe essere in linea con il valore precedente, mentre quello annuale in lieve calo a 1,5%. Sempre a livello di Eurozona, e di conseguenza anche di singolo Paese, in arrivo i dati sulla produzione industriale per il mese di dicembre. Quest’ultimo dato sarà rilasciato anche in Regno Unito, insieme alla produzione manifatturiera. In Grecia e in Portogallo sarà reso noto il tasso di disoccupazione.
USA – L’agenda macroeconomica per gli USA è tutta concentrata nella parte finale della settimana. C’è attesa per i dati sulle vendite al dettaglio, relative al mese di gennaio, e per l’indice di fiducia del Michigan del mese di febbraio.
Giappone – Nessun dato di rilievo proveniente dal Sol Levante
Brics – Settimana di feste: in Cina si festeggia il nuovo anno lunare, non ci sono dati in uscita e i mercati saranno chiusi, mentre in Brasile inizia il carnevale. In India sarà rilasciato il dato del PIL relativo al terzo trimestre del 2015 ed il tasso di inflazione di gennaio; in SudAfrica, invece, il tasso di disoccupazione del quarto trimestre.