La Settimana Economica in Breve

mercati

Quali sono stati i fatti salienti della settimana?

  • Il presidente della Bce Mario Draghi ha parlato al Parlamento europeo cercando di tranquillizzare i mercati e, soprattutto, di rasserenare i timori sul settore bancario europeo. Draghi ha infatti dichiarato che non sarà richiesto un incremento dei requisiti di capitale imposti agli istituti di credito.
  • L’indice ZEW è sceso a 52,3 punti dai 59,7 del mese precedente, deludendo le attese che davano il valore a 55,5. Il dato, che misura la fiducia degli investitori in Germania, evidenzia un calo della fiducia dovuto principalmente al rallentamento dell’economia globale e alle incertezze per il drastico calo dei prezzi del petrolio. In settimana l’Ocse ha tagliato le stime di crescita 2016 su Italia e sulla zona Euro.
  • Brexit: al momento ancora nessun accordo. Continuano le negoziazioni a Bruxelles su aspetti cruciali del rapporto tra la stessa Bruxelles e Londra. Il premier britannico David Cameron ha annunciato che combatterà per il suo Paese e che cercherà di ottenere un buon accordo per convincere i britannici a non abbandonare l’Ue.
  • Alcuni grandi produttori di petrolio, fra cui Arabia Saudita e Russia, si sono accordati per congelare la produzione. L’Iran sostiene l’accordo di Doha ma contemporaneamente non ha precisato se Teheran congelerà o meno la sua produzione.

Mercati

Azionario

La volatilità sui mercati azionari è in calo rispetto alla settimana scorsa e si avvicina a valori intermedi. La settimana è stata caratterizzata dagli acquisti su tutti i mercati finanziari globali ed il tentativo è quello di consolidare il rialzo dopo le forti perdite delle precedenti settimane. La maglia nera rimane sempre a Piazza Affari; il nostro indice resta da inizio anno quello con la perfomance peggiore e segna -21%. Tutti i settori cercano di colmare le perdite; gli unici settori con performance positive da inizio anno sono Telecoms (+1,4% ) e Utilities (+1,9%). Il peggiore è il settore finanziario (-13,4%), messo a dura prova nelle precedenti settimane.

Azioni Italia: FTSEMIB; Azioni Europa: Stoxx Europe 600; Azioni USA: S&P500; Azioni Giappone: Topix; Azioni Emergenti: MSCI Emerging Market. Indici Settoriali: MSCI World relativo al settore
Azioni Italia: FTSEMIB; Azioni Europa: Stoxx Europe 600; Azioni USA: S&P500; Azioni Giappone: Topix; Azioni Emergenti: MSCI Emerging Market. Indici Settoriali: MSCI World relativo al settore

Obbligazionario

tassi d’interesse offerti dai titoli di Stato sono generalmente scesi a livello internazionale. Il decennale americano chiude la settimana stabile, con un rendimento pari a 1,741%, dopo aver superato in settimana il valore di 1,81%. In calo il rendimento del Bund a 0,198% e dei nostri BTP, che sul mercato girano ad un rendimento pari a 1,57. Da segnalare nel corso della settimana il crollo del rendimento del decennale greco; nel corso della settimana il rendimento è diminuto di un punto percentuale e si attesta al 10,29%. In salita i Bonos spagnoli (1,709%). Infine sul mercato corporate, si registrano aumenti dei prezzi delle obbligazioni a livello internazionale.

Obbl. Gov. Italia, USA e internazionali: Bloomberg EFFAS; Obbl. Gov. Paesi Emergenti: JPMorgan EMBI Plus; Obbl. Investment Grade zona euro e USA: Bloomberg Index
Obbl. Gov. Italia, USA e internazionali: Bloomberg EFFAS; Obbl. Gov. Paesi Emergenti: JPMorgan EMBI Plus; Obbl. Investment Grade zona euro e USA: Bloomberg Index

Valute & Commodities

Nel mercato delle valute il dollaro ha fatto sentire la sua forza. Il biglietto verde, infatti, guadagna terreno nei confronti della moneta europea ed il cambio euro/dollaro chiude la settimana a 1,1119 (-1,2%). Continua la discesa della sterlina rispetto al dollaro, il cambio scende a 1,4282 (-1,5%). I tentativi di accordo tra i produttori di petrolio hanno contribuito ad aumentare la volatilità sull’oro nero; alla fine della settimana il petrolio perde l’1,6% e scambia a 32,8 dollari al barile. La relativa tranquillità sui mercati penalizza l’oro che, comunque, da inizio anno ha avuto una performance positiva del 16,1%.

values

Da tenere d’occhio la prossima settimana

Ecco i dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della settimana e la stima del consensus (fonte: Bloomberg).

Europa – La settimana macroeconomica europea inizia subito con un dato rilevante; sarà infatti pubblicato l’indice PMI manifatturiero per il mese di febbraio a livello di zona Euro ma anche a livello di singolo Paese. Il dato è importante per capire lo stato di salute del comparto manifatturiero europeo. A fine settimana invece arriverà qualche dettaglio sul tasso di inflazione europeo per il mese di gennaio. In Germania si conoscerà il dato sul Pil del quarto trimestre 2015 ed il dato è atteso in linea con quello precedente; inoltre sempre in Germania sarà pubblicato l’indice IFO sulla fiducia delle aziende in Germania per il mese di febbraio, indicatore utile per capire il sentiment generale. In settimana sarà rilasciato anche il Pil, per l’ultimo trimestre 2015, di Spagna, Regno Unito e Francia. E in Italia? Aspettiamo il dato sul livello di fiducia dei consumatori e delle aziende italiane, per il mese di febbraio, e l’andamento delle vendite al dettaglio per il mese di dicembre.

USA – Dagli Stati Uniti arriveranno dati importanti per il settore real estate, si avranno notizie circa la vendita di case/abitazioni sia nuove che esistenti per il mese di gennaio. Altro dato di rilievo sono i principali ordinativi di beni durevoli relativi allo scorso mese, il dato è atteso in calo quindi dovrebbe segnalare una riduzione dell’attività dei produttori. Ultimo dato della settimana, ma non certo per importanza, è il dato sul Pil del quarto trimestre e tutti gli investitori sono in attesa di conoscere come sta andando l’economia a stelle e strisce.

Giappone – Dal Sol Levante in arrivo l’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero per il mese di febbraio ed il tasso di inflazione del mese scorso.

Brics – Nessun dato importante dalla Cina. In Brasile e in Sudafrica sarà pubblicato il tasso di disoccupazione.