La Settimana Economica in Breve

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Quali sono stati i fatti salienti della settimana?

  • Si parla di Brexit. Il primo ministro britannico David Cameron ha illustrato al Parlamento l’accordo raggiunto con l’Ue per dare alla Gran Bretagna quello che lui definisce uno “status speciale” all’interno dell’Unione. La sterlina ha perso terreno rispetto al dollaro scendendo sotto quota 1,40 dollari per la prima volta dal 2009. L’agenzia di rating Moody’s ha ammonito la Gran Bretagna che un’eventuale uscita dalla zona euro potrebbe comportare il rischio di un outlook negativo per il Paese.
  • Continua il dibattito sul petrolio. Si teme che l’intesa tra i principali produttori di greggio possa essere molto fragile, soprattutto dopo le parole del ministro del Petrolio dell’Iran, Bijan Zanganeh, che ha definito “ridicola” la proposta, da parte dei produttori globali di greggio, di coordinare un congelamento della produzione. Secondo il ministro, la proposta non consentirebbe a Teheran di riconquistare la quota di mercato persa durante le sanzioni.
  • Il PMI Composito della zona euro scende (da 53,6 a 52,7) per il secondo mese consecutivo e tocca il livello più basso degli ultimi 13 mesi. Rispetto a gennaio c’è stato un netto peggioramento dell’outlook.

Mercati

Azionario

Settimana di rialzi sui mercati azionari. A livello globale complessivamente sono stati gli acquisti a prevalere sui mercati, che cercano di ridurre le perdite accumulate da inizio anno. Ci sono un paio di eccezioni rappresentate dai Paesi emergenti e dalla Cina. Invariato il settore Energy ma iniziano i primi problemi tra le società del settore. Telecoms e Utilities continuano ad essere gli unici due settori ad avere una performance positiva da inizio anno, mentre la maglia nera resta di proprietà del settore finanziario.

azionario
Azioni Italia: FTSEMIB; Azioni Europa: Stoxx Europe 600; Azioni USA: S&P500; Azioni Giappone: Topix; Azioni Emergenti: MSCI Emerging Market. Indici Settoriali: MSCI World relativo al settore

Obbligazionario

tassi d’interesse offerti dai titoli di Stato sono generalmente scesi a livello internazionale. Il decennale americano chiude la settimana con un rendimento pari a 1,769%. In calo il rendimento del Bund a 0,148% e dei nostri BTP, che sul mercato girano ad un rendimento pari a 1,492. La flessione dei rendimenti prevale anche sul mercato corporate; si registrano aumenti dei prezzi delle obbligazioni a livello internazionale.

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Obbl. Gov. Italia, USA e internazionali: Bloomberg EFFAS; Obbl. Gov. Paesi Emergenti: JPMorgan EMBI Plus; Obbl. Investment Grade zona euro e USA: Bloomberg Index

Valute & Commodities

Nel mercato delle valute, anche questa settimana, il dollaro ha fatto sentire la sua forza. Il biglietto verde, infatti, guadagna nei confronti della moneta europea ed il cambio euro/dollaro scende sotto l’1,10 e chiude la settimana a 1,0966 (-1,5%). Il rischio Brexit si fa sentire sulla sterlina che continua a perdere terreno rispetto al dollaro, il cambio scende a 1,3884 (-3,6%). Il petrolio si dimostra sempre particolarmente volatile; l’oro nero archivia la settimana a 36,3 dollari al barile (+9,9%) sulle notizie di ulteriori meeting da parte dei Paesi produttori per stabilizzare l’andamento del prezzo. Il mercato ha fiducia, almeno per il momento, che un accordo sarà raggiunto.

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Da tenere d’occhio la prossima settimana

Ecco i dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della settimana e la stima del consensus (fonte: Bloomberg).

Europa – La settimana macro europea inizia subito con la pubblicazione del tasso di inflazione dell’Eurozona per il mese di febbraio e prosegue con il tasso di disoccupazione, relativo al mese di gennaio, atteso in linea con quello del mese precedente. La settimana si conclude con l’indice dei direttori agli acquisti per il settore dei servizi e con le vendite al dettaglio di gennaio che dovrebbero, sulla base del consensus, mostrare una lieve flessione. I dati saranno rilasciati non solo a livello di Eurozona ma anche di singolo Paese. In Italia, in Grecia e in Portogallo sarà rilasciato il dato relativo al Pil del quarto trimestre 2015.

USA – Settimana ricca di dati per il mercato americano. Tra i più rilevanti troviamo l’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero e del settore terziario, per il mese di febbraio, la produttività non agricola dell’ultimo trimestre 2015 e le scorte settimanali di petrolio greggio. La settimana macro a stelle e strisce termina con il dato sulle buste paga del settore non agricolo ed il tasso di disoccupazione del mese di febbraio, atteso stabile rispetto al mese precedente.

Giappone – Dal Sol Levante in arrivo il dato sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio del mese di gennaio. Grazie a questi dati avremo qualche informazione in più su come si sta comportando l’industria nipponica; attraverso il tasso di disoccupazione di gennaio, il cui rilascio è previsto in settimana, conosceremo lo stato di salute del mondo del lavoro.

Brics – Dati importanti dalla Cina. La settimana vede in programma l’indice dei direttori agli acquisti per il mese di febbraio e l’indice PMI, manifatturiero e non. Il dato è atteso in lieve calo, vedremo l’eventuale reazione dei mercati. In Sud Africa sarà pubblicato il Pil ed il tasso di disoccupazione dell’ultimo trimestre del 2015; in India e in Russia, invece, sarà reso noto l’indice PMI.