Si fa sempre più forte la spinta proibizionista che sta investendo l’India. Lo stato del Bihar, nel nord del paese, ha deciso di vietare la vendita e il consumo di alcolici a partire dal prossimo anno. Si tratta di una decisione presa ed annunciata ieri dal governatore Nitish Kumar, ritornato al potere per la quinta volta dopo aver vinto le elezioni locali battendo il partito indu-nazionalista del Bjp.
Il divieto di vendita e consumo di alcolici era una promessa fatta da Kumar alle donne preoccupate per un aumento delle violenze domestiche causate dall’alcolismo dilagante. Il divieto entrerà in vigore a partire dal prossimo anno fiscale che inizia il primo aprile.
Il divieto non gioverà alle casse economiche del terzo Stato indiano per popolazione (vi abitano oltre 100 milioni di abitanti). Gli introiti derivati dal monopolio sull’alcol ammontano infatti a oltre 500 milioni di dollari all’anno. La maggior parte del whisky e di altri liquori venduti nei negozi governativi sono di fabbricazione locale e hanno quindi un basso costo.
Come era prevedibile la notizia del divieto di alcol ha causato un crollo alla Borsa di Mumbai dei produttori di bevande alcoliche. La decisione dello stato del Bihar segue quella del Gujarat (lo Stato natale del Mahatma Gandhi) e di due piccoli Stati nord orientali, Manipur e Nagaland. Tutti hanno adottato una politica proibizionista (che negli Stati Uniti, va ricordato, non ha pagato). Il Bihar potrebbe non essere l’ultimo stato indiano a vietare l’alcool. Anche il meridionale Kerala sta valutando si limitare la vendita di alcol su pressione delle associazioni che si battono contro l’alcolismo.