La Top Ten delle Previsioni Economiche per il 2014 di IHS

La crescita mondiale accelererà gradualmente nel 2014. Questa è quanto afferma l’IHS, una società d’informazione globale, in cui oltre 8.000 esperti sono impiegati nello studio dei settori chiave che stanno attualmente plasmando il nuovo panorama economico mondiale: energia, economia, rischio geopolitico, sostenibilità e gestione della supply chain.

Secondo le analisi dei propri ricercatori, l’HIS afferma che l’economia mondiale sarà in grado di uscire dal “soft patch” degli ultimi due anni, grazie ad un allentamento delle turbolenze riguardanti l’indebitamento del settore privato e l’austerità che ha investito quello pubblico. E questo sarà particolarmente vero per le economie industrializzate.

Tuttavia anche in molte economie emergenti, la crescita è prevista in aumento per il 2014, dal momento che godranno dell’effetto traino degli Stati Uniti, l’Europa e la Cina. Detto questo, la ripresa della crescita globali sarà probabilmente modesta secondo gli analisti.

A metà di questo anno, andiamo a dare uno sguardo alle 10 previsioni economiche dell’instituto di ricerca HIS, per vedere quali si sono già “avverate”, quali probabilmente lo faranno entro la fine del 2014, e quali no.

10. Ci saranno più rischi al rialzo che rischi al ribasso che graveranno sull’economia mondiale.

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Negli ultimi anni, le banche centrali degli Stati Uniti, dell’Eurozona, e quelle Giapponesi hanno mostrato un approccio proattivo alla gestione della crisi (nonostante i dibattici occorsi a livello nazionale), e hanno quindi rimosso alcuni ostacolo per la futura crescita economica. Ciò ha contributito ad un cambiamento nella bilancia dei rischi da negativo a neutrale. Durante il corso del prossimo anno, ci sono più probabilità di rimanere sorpresi al rialzo che al ribasso. Non ci sarà sicuramente una mancanza di potenziali rischi, come l’instabilità in Medio Oriente e Nord Africa, più “fiscal drag”, e notizie deludenti dai mercati emergenti. Allo stesso tempo potremmo vedere una crescita più forte del previsto negli Stati Uniti, nel Regno Unito, e in Germania.

9. Il dollaro si rafforzerà nei confronti della maggior parte delle valute.

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Due tendenze principali spingeranno il valore del dollaro ad apprezzarsi contro la maggior parte delle valute straniere. In primo luogo, la crescita degli Stati Uniti si rafforzerà e il differenziale di crescita con le altre economie avanzate sarà considerevole. In secondo luogo, (e forse più importante) è quasi certo che la FED rimuoverà lo “stimolo” prima di quanto faranno la maggior parte delle altre banche centrali. Questo intervento peserà su dollaro e sullo yen, e sulle valute di molti paesi in via di sviluppo, specialmente quelli che registrano condizioni precarie nella bilancia dei pagamenti.

8. Si allevieranno le turbolenze fiscali.

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Con la “confisca” della spesa federale degli Stati Uniti, ora sostituita da un compromesso fiscale elaborato tra Democratici e Repubblicani, IHS prevede che il “fiscal drag”della politica fiscale USA si allevierà considerevolmente nel 2014. Una manifestazione di questa operazione sarà un disavanzo del bilancio federale invariato (a poco meno di $700 miliardi) dal 2013 al 2014, a seguito del brusco calo di circa $ 1.300 miliardi del 2011. Un simile allentamento delle pressioni fiscali sarà evidente anche in Europa. Dopo essere stato ridotto nel corso degli ultimi tre anni, il deficit di bilancio di molte economie Europee candrà più gradualmente il prossim’anno, in quanto si avvicinano a livelli più sostenibili rispetto al PIL.

7. La Federal Reserve ridimensionerà il proprio stimolo, mentre le altre banche probabilmente attenderanno, oppure forniranno maggiori stimoli.

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La Fed dovrebbe iniziare il ridimensionamento dei suoi acquisti di obbligazioni entro il gennaio 2014, lasciando i tassi di interesse invariati fino all’inizio del 2015. Allo stesso modo, IHS prevede che la Bank of England aspetterà fino alla seconda metà del 2015 per aumentare i tassi d’interesse. D’altra perte, data la continua debolezza della crescita nell’Eurozona, la BCE potrebbe sentirsi obbligata a fare la sua parte impegnandosi in un altro round di Long-Term Refinancing Operations (LTROs).

6. I prezzi delle materie prime non varieranno molto e l’inflazione rimarrà una minaccia di basso livello.

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Nel corso del prossimo anno, il graduale rafforzamento della domanda per la maggior parte dei prodotti sarà bilanciato da una maggiore produzione o da ampie scorte. Ciò significa che il movimento dei prezzi delle materie prime nel 2014 sarà sostanzialmente lo stesso del 2013. Un rischio crescente è che l’inflazione potrebbe continuare a scendere, come sta facendo dal 2011.

5. I tassi di disoccupazione nel mondo sviluppato rimarranno elevati.

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Il tasso di disoccupazione nelle economie avanzate si ridurrà solo dal 8.1% del 2013 al 7,9% nel 2014. Miglioramenti di produttività guidati dall’innovazione tecnologica, sia nel settore dei servizi che dell’industria manifatturiera continueranno ad erodere la domanda di lavoro.  Gli aggressivi sforzi di riduzione dei costi delle imprese continueranno senza sosta in gran parte del 2014, aumentando le pressioni su molti governi per l’attuazione di politiche pro-occupazione. Negli Stati uniti, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dal 7,4% nel 2013 al 6,6% nel 2014, mentre nella zona Euro, la disoccupazione resterà vicino ai livelli record, elevando l’importanza della questione “austerità”.

4. I mercati emergenti performeranno meglio.

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L’ambiente globale di fronte a mercati emergenti sarà più favorevole alla crescita di quello che è stato negli ultimi tre anni. La crescita statunitense e quella cinese sarà un po’ più forte e la zona euro non sarà più un peso per l’economia mondiale. Ciò significa che le esportazioni dei mercati emergenti diventeranno di nuovo una fonte di crescita. IHS prevede che la crescita reale del PIL di queste economie si rafforzerà dal 4,7% nel 2013 al 5,4% nel 2014.

3. Il tasso di crescita dell’economia cinese rimarrà sostenuto.

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Dopo aver toccato un punto di minimo all’inizio del 2013, la ripresa della Cina ha ri-accellerato grazie al “mini-stimolo” del governo. IHS si aspetta che il ritmo di crescita cinese si velocizzi dal 7,8% del 2013 al 8,0% nel 2014. Un’ulteriore stimolo potrebbe essere applicato se la crescita scende al di sotto del 7,5%. La sfida di crescita per la Cina sarà nel medio periodo, in quanto dovrà tenere conto dell’invecchiamento della popolazione e delle conseguenze della rapida crescita del credito, tra cui una nuova bolla immobiliare e livelli di debito in aumento. Se la Cina possa evitare la “trappola del reddito medio” è una delle più grandi incertezze che riguardano l’economia globale nel prossimo decennio.

2. La ripresa Europa procederà, ma ad un ritmo molto lento.

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Nonostante alcuni segnali di debolezza, la nascente ripresa dell’Eurozona resisterà. Una moltitudine di fattori sosterranno la crescita (0,8% nel 2014), tra cui: una politica monetaria molto accomodante, la stabilizzazione dei mercati del lavoro, meno enfasi sulla austerità dai funzionari dell’UE, il miglioramento della capacità di spesa a causa di ultra-bassa inflazione, una migliore competitività nei paesi periferici, e più fiducia nella capacità dei politici della zona euro nella gestione della crisi del debito sovrano.

1. La crescita statunitense accellererà lentamente.

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La ripresa degli Stati Uniti ha perso vigore nel 2013 a causa di una massiccia stretta fiscale. Il “drag” della politica fiscale (stimato essere stato di circa 1 punto percentuale di crescita del PIL) sarà probabilmente molto meno nel prossimo anno, soprattutto alla luce del patto di bilancio stilato a  metà di Dicembre da parte del Congresso degli Stati Uniti. Ciò consentirà ai punti di forza dell’economia di diventare più visibile. IHS prevede inoltre che il ritmo di spesa guadagnerà slancio,rendendolo uno dei motori della crescita nel 2014, anche se questa crescita rimarrà modesta rispetto ai recuperi congiunturali negli ultimi decenni. Una crescita costante dei consumi aiuterà anche a sostenere la crescita degli Stati Uniti, dovrebbe entrare a 2,5% nel 2014, dopo un magro 1,7% nel 2013.