La Troika Governa l’Italia?

Ci si chiede spesso se l’Italia rischi un intervento etero-diretto da parte di istituzioni sovra-nazionali come Fondo Monetario Internazionale (FMI) e Banca Centrale Europea (BCE) attraverso i meccanismi di sostegno ed intervento disponibili. Completa la troika la Commissione europea. Riteniamo che un “salvataggio” del nostro Paese sia più facilmente realizzabile attraverso una “mano amica” che operi con rapidità, razionalità e coerenza, rispetto ad uno “stillicidio infinito” ad opera di una classe politica e amministrativa screditata ed incapace. Per contro, gli impatti sul quadro sociale ed istituzionale nel breve termine sarebbero, e saranno, di notevole dimensione (in modo purtroppo non dissimile da quanto avvenuto in Grecia). Ma “tertium non datur”. Le tristi vicende di Argentina e Grecia possono tracciare un modus operandi utile per quanto potrebbe dover affrontare l’Italia.

L’Italia ha subito una significativa contrazione del PIL e attraversato acuti periodi di turbolenza finanziaria a causa degli evidenti squilibri di bilancio e dell’elevato debito pubblico, oggi oltre il 133% del PIL, rispetto ad un parametro UE del 60% cui l’Italia dovrà avvicinarsi, secondo l’accordo c.d. “fiscal compact”, e cresciuto del 30% fra il 2007 ed il 2013. L’esperienza recente (limitandosi anche al solo periodo successivo alla ormai storica lettera della BCE inviata al governo italiano il 5 agosto 2011) ha dimostrato che sono difficilmente realizzabili riforme strutturali in un contesto di instabilità politica, assetto istituzionale farraginoso e contradditorio, e pubblica amministrazione insensibile al cambiamento.

Un ulteriore peggioramento del quadro, laddove fosse anche esacerbato dalla prosecuzione della fase recessiva (con i conseguenti impatti su deficit, dimensione del debito, accesso a nuovo debito e suo costo), potrebbe condurre il Paese in una situazione di crisi simile a quella del 2011. In tale contesto, non sarebbe escluso un intervento-ultimatum di FMI e BCE. Quali interventi mettono in campo FMI e BCE? In quali casi intervengono? Con quali modalità? Con quali conseguenze per il Paese sottoposto a tali interventi? Le esperienze di Argentina e Grecia possono aiutare a comprendere e definire le azioni di intervento e i loro effetti?

Ma tema più importante è: cosa ci potrà riservare il futuro? Quali potrebbero essere le conseguenze a più lungo termine di un “salvataggio” del Paese? Superata la fase critica del breve periodo, l’Italia sarebbe in grado di superare lo shock e riprendere un percorso di crescita, da lungo tempo abbandonato? Le esperienze di Argentina e Grecia non sono pienamente positive, al riguardo. Occorre quindi aver da subito ben chiaro e definito un programma di “recovery” in un nuovo paradigma. In assenza di un simile programma redatto dalla amministrazione governativa, il compito di definirne obiettivi, capitoli, contenuti dovrà essere assunto da nuove forze, preferibilmente presenti nel mondo sano dell’impresa e del lavoro, con il supporto di “pensatoi” attrezzati e competenti.

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