L’Allarme di De Laurentiis: “Il Settore Media ha Perso 3,4 mld di euro in 5 Anni”

La pubblicità investe sempre meno e le televisioni vanno in rosso. E’ questo in sintesi l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria Radio Tv Rodolfo De Laurentiis. “Il settore media ha perso negli ultimi 5 anni 3,4 miliardi di euro, -35% rispetto al 2008. Il peso del calo della pubblicità è stato sostenuto soprattutto dai maggiori broadcaster: i dati di Rai e Mediaset parlano di oltre 200 milioni persi in media ogni anno tra 2008-2013”. “1,3 miliardi di investimenti sono stati persi solo dalla TV che è calata del 27% nel periodo, 119 milioni dalla radio (-25%) – ha proseguito – E i cali del settore radiotelevisivo sono niente rispetto a stampa e cinema, che hanno visto gli investimenti dimezzati, o altri settori, tipo l’outdoor (-60%)”. “Anche il settore della TV a pagamento risente della crisi – ha aggiunto De Laurentiis – Mediaset è stabile a 2 milioni circa di abbonati, Sky è scesa dal picco di 5 milioni nel 2011, ai 4,8 attuali. La TV ha investito 2 miliardi di euro complessivamente negli ultimi 4 anni in produzione, un investimento in calo rispetto agli anni precedenti, ma sostenuto nonostante la crisi”.

E la crisi del mercato televisivo è dovuta anche all’affermarsi di nuovi competitor: i giganti del web. E a loro De Laurentiis riserva qualche critica. “Queste aziende capitalizzano guadagni senza sottostare alle regole degli editori tradizionali e restituiscono pochissimo al sistema Paese in occupazione e tasse. Noi chiediamo di poter competere ad armi pari con regole nuove ed eque”. “Di fatto i nuovi operatori Over The Top competono sullo stesso campo degli operatori radiotelevisivi tradizionali – ha aggiunto De Laurentiis – il tempo e l’attenzione dell’utente, capitalizzando sui proventi pubblicitari e sulla vendita di contenuti. Senza però sottostare a tutte quelle regole che si sono stratificate nel tempo per gli editori radiotelevisivi”

“I nuovi competitor – continua De Laurentiis – si chiamano Apple, Google e YouTube, Netflix, Amazon, Yahoo, Facebook, e Twitter, per citarne alcuni. Nel settore televisivo hanno un impatto forte anche un altro tipo di operatori OTT, i costruttori di apparati televisivi: i portali proprietari delle smart TV si configurano in sistemi chiusi e indicizzatori con impatti delicati sotto il profilo dell’accesso ai contenuti e della pubblicità. Si tratta di operatori inediti per dimensioni, internazionalizzazione, sviluppo e tasso di innovazione, spesso impegnati in un’aggressiva politica di acquisizioni resa possibile dai risultati di bilancio, l’alta capitalizzazione di borsa e la liquidità disponibile”. De Laurentiis ha infine ricordato che “Apple ha fatturato nel 2013 170 miliardi di dollari: 35 volte il fatturato di Mediaset. Google 60 miliardi di dollari, 17 volte. La capitalizzazione in borsa di Apple è oggi comparabile alla metà del valore complessivo della borsa italiana, ma in alcuni momenti in passato lo ha equiparato”.