“Lanciare i Dadi per La Morale”: Un Confronto Tra Germania Est e Ovest

Il Socialist Calculation Debate è il termine comunemente attribuito al dibattito innescatosi nella teoria economica durante gli anni ’20 e ’30, circa la possibilità che il central planning – o “economia pianificata” – potesse rappresentare un valevole sostituto – in termini di efficienza e produttività – del meccanismo di mercato nell’allocazione dei mezzi di produzione. Sebbene sia possibile individuare contributi alla questione del “calcolo e del coordinamento economico” all’interno del movimento socialista già prima del XX secolo, tale definizione è ascrivibile alla prima critica al socialismo avanzata da Ludwig von Mises nel 1920 (1).

Ad ogni modo lo storico dibattito – che divise da una parte i membri della Scuola Austriaca, rappresentata da Friedrich Hayek e Ludwig von Mises stesso e dall’altra gli economisti neoclassici e Marxiani, in particolare Cläre Tisch (un precursore), Oskar Lange, Abba Lerner, e Fred M. Taylor – si è rivelato sistematicamente insensibile alla questione morale legata a tali modelli organizzativi dell’economia.

“Come influisce un sistema economico – esso sia central planning o libero mercato – ed uno politico – regime democratico o autoritario – sull’onestà delle persone?” Questo l’incipit di The (True) Legacy of Two Really Existing Economic Systems”, uno studio condotto da Lars Hornuf dell’Università di Monaco e Dan Ariely, Ximena García-Rada e Heather Mann della Duke University per “comparare  il comportamento disonesto tra i tedeschi dell’Est, esposti al socialismo per oltre 40 anni, e i tedeschi dell’Ovest, che allo stesso tempo operavano in un’economia socialista di mercato.”