Sono sempre più le università italiane che, visti i tempi non certo felici per la nostra economia e per i nostri risparmi, devono fare i conti con la difficoltà, da parte dei propri studenti, di finanziarsi gli studi.
Sebbene le rette non siano eccessivamente elevate, non certo paragonabili con quelle dei college americani o inglesi (mediamente dieci volte superiori a quelle delle università statali italiane), il costo della vita, dell’alloggio nel caso di studenti fuori sede, e dei libri rende spesso proibitiva la frequentazione delle università.
Accanto al fenomeno di studenti che, per non pesare eccessivamente sulle famiglie, ritagliano parte del proprio tempo per lavori di carattere saltuario ed occasionale, è in crescita il numero di coloro che si finanziano autonomamente gli studi, con lavori part-time o a tempo pieno, sottraendo inevitabilmente tempo ed energie allo studio. Secondo una ricerca internazionale di Eurostudent, in Italia, di media 4 studenti su 10 lavorano per permettersi gli studi, con picchi superiori al 45% nel nord-est del paese, e di oltre il 50% tra le classi meno agiate.