Dal prossimo 3 ottobre entrerà in vigore Esa 2010 (European system of national and regional accounts), il nuovo l’apparato metodologico che definisce la produzione armonizzata di dati di contabilità nazionale all’interno dell’Unione Europea.
La transizione dal precedente sistema Esa 1995, necessaria al “superamento di riserve relative all’applicazione omogenea tra paesi Ue degli standard già esistenti” come rileva l’Istat, intende così ripristinare la capacità dei bilanci nazionali di riflettere, in maniera attendibile, le condizioni economiche dei paesi membri. Quattro saranno le principali novità introdotte dal nuovo sistema e che avranno un impatto sui principali aggregati macroeconomici, evidenzia l’Istat in una nota.
La capitalizzazione delle spese in Ricerca e Sviluppo (R&S), che verranno ora “considerate come spese di investimento in quanto contribuiscono all’accumulazione, tramite capitale intangibile, di capacità produttiva”, invece che “una componente dei costi intermedi”; la riclassificazione da consumi intermedi a investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle amministrazioni Pubbliche; una nuova metodologia di stima degli scambi con l’estero di merci da sottoporre a lavorazione (processing), per i quali si registra il valore del solo servizio di trasformazione e non più quello dei beni scambiati; la verifica del perimetro delle Amministrazioni Pubbliche sulla base degli aggiustamenti metodologici introdotti dal Esa 2010, che avrà “un effetto, seppur limitato, sulla spesa per consumi pubblici e sull’indebitamento netto del settore”.