Sono bastati solo 10 anni ad Apple per cambiare il mondo intero. Basta guardarsi in giro: in autobus, aerei, università e uffici, la maggior parte delle persone che osservano uno schermo stanno scrivendo un messaggio con un iPhone, lavorando davanti a un Mac o ascoltando musica da un iPod.
Ma bisogna anche aggiungere che, un decennio fa, i competitor non erano tanto agguerriti e all’avanguardia come lo sono oggi: Steve Jobs è stato il primo a intuire e saper trasformare un’idea in un prodotto, in un vero e proprio stile di vita.
Come sarebbe andata, invece, se il fondatore della compagnia di Cupertino avesse dovuto affrontare un ecosistema complesso, dove le tecnologie e le aziende attive nel settore fossero già state molte? Avrebbe avuto comunque successo, il Giappone ne è la testimonianza.
Il primo iPhone venduto in Giappone è stato il modello 3G, lanciato sul mercato nel 2008. La società americana, con quel modello, cerca di rispondere alle critiche che i clienti occidentali avevano mosso: la mancanza di connessione 3g e la possibilità di installare app prodotte da terzi e non da Apple stessa. Ma il dispositivo non risulta ancora completo abbastanza da poter stregare i Giapponesi. Serve qualcosa in più.