L’Orario di Lavoro? BMW lo Rivoluziona

L’innovazione tecnologica ha cambiato il modo di concepire il lavoro. Se da una parte ha il merito di avvicinare i professionisti e velocizzare i vari processi, dall’altra causa inevitabilmente problemi come stress e depressione. L’impossibilità di staccare la mente, per prendersi una pausa fuori dall’orario d’ufficio, e la continua reperibilità causata dal poter inviare mail, effettuare chiamate o aggiornare i profili social a qualsiasi ora, provoca inevitabilmente il burnout, una sindrome depressiva causata dallo stress lavorativo. È una malattia in costante aumento nei Paesi occidentali a tecnologia avanzata che provoca esaurimento, cinismo cronico e inefficienza. Un chiaro segnale dei radicali cambiamenti degli ultimi anni sia nei luoghi di impiego, sia nel modo di lavorare.

Una decisione rivoluzionaria nel modo di concepire il lavoro è stata presa da BMW, che ha deciso di calcolare mail e messaggi dei dipendenti fuori dall’orario d’azienda. La nota casa automobilistica tedesca, in accordo con il sindacato dei metalmeccanici IgMetall, ha deciso di riconoscere ai propri impiegati il tempo passato fuori dall’ufficio al telefono o al pc come orario di lavoro. I momenti dedicati alla propria occupazione fuori dall’orario d’impiego verranno sommati e decurtati dal totale di ore che dovrebbero essere svolte normalmente in azienda. BMW ha inoltre deciso di assicurare ai propri lavoratori dei momenti di relax, in cui potranno scegliere di non essere reperibili o interpellabili online, una scelta atta a diminuire il rischio di stress, esaurimento e depressione.

La sorprendente iniziativa dell’azienda segna una svolta nel mondo del lavoro, una rivoluzione che in questo momento sta prendendo piede in moltissime realtà tedesche e non. Calcolare il tempo che si ruba alla propria famiglia, alle proprie relazioni e ai propri interessi è un segnale di civiltà e di cambiamento legittimo nei confronti del popolo degli stakanovisti, ma anche una bella mossa da parte delle aziende: puntare sulla serenità e sul benessere dei propri dipendenti significa aumentare la loro motivazione e scommettere sulla loro efficienza.

Un giusto equilibrio tra la propria professione e la vita privata è il principio base dello smart work, il “lavoro agile”. Quella di slegare il lavoro da tempi e dai luoghi fissi è, secondo il Politecnico di Milano, la soluzione ideale per aumentare la produttività del 5,5% e per un potenziale risparmio di 37 miliardi di euro all’anno per le imprese italiane. Il benessere dei dipendenti e il risparmio nella gestione degli uffici, per poter convivere, dovranno essere accompagnati da una massiccia dose di fiducia nei confronti del lavoratore che, lontano dagli occhi di chi supervisiona, dovrà essere in grado di gestire il lavoro in base ai propri ritmi. La rivoluzione è partita da Milano: il 6 febbraio, una sessantina di aziende, tra hinterland e centro, hanno aderito alla prima Giornata del Lavoro Agile, 24 ore lontani dalle rigidità aziendali. All’estero la flessibilità e la gestione degli orari è già è una realtà. E in Italia? Un Paese come il nostro sarà in grado di abbracciare una rivoluzione del genere?

La regolamentazione dello smart work è attualmente una proposta di legge depositata in Parlamento da tre donne: Alessia Mosca (Pd), Irene Tinagli (Scelta Civica), Barbara Saltamartini (Nuovo Centrodestra). Siamo pronti a vivere in modo smart?

Photo credit: JuditK / Foter / CC BY-ND