Designer Carbon Materials, una startup afferente all’università di Oxford, ha lanciato sul mercato un nuovo materiale costituito da fullereni, ovvero delle molecole altamente simmetriche, nelle cui cavità viene inserito un atomo o un cluster.
La molecola di fullerene C60, a causa della della sua struttura che somiglia ad una gabbia sferica fatta di atomi di carbonio con al centro un atomo di azoto, è anche chiamata molecola pallone, oppure buckminsterfullerene o Buckyball in onore delle opere dell’architetto Richard Buckminster Fuller.
A Oxford hanno appena comprato 200 microgrammi di questo nuovo materiale high-tech per 30.318 euro, cifra che rende N@C60 la sostanza più costosa del mondo.
L’acquirente? Un team di ricercatori britannici e americani, intenzionati ad impiegare il materiale in una svolta per la produzione di orologi atomici. “Immagina un orologio in miniatura, che puoi mettere dove vuoi nel tuo smartphone,” ha dichiatato a The Telegraph Kyriakos Porfyrakis, fondatore di Designer Carbon Materials, che dal 2001 lavora allo sviluppo di N@C60. “Sarà una delle prossime rivoluzioni che riguarderanno il mercato della telefonia mobile.”
Tuttavia, ci vorranno ancora un paio d’anni prima che il progetto raggiunga uno stadio così avanzato da poter costruire il primo orologio atomico per smartphone.
Per la ricerca di base sugli orologi atomici, che costituiscono il modo più preciso esistente per misurare il tempo, il fisico Isidor Isaac Rabi ha vinto il Nobel nel 1944. Rispetto agli orologi convenzionali, quelli atomici non accumulano il ritardo di circa un secondo al giorno. Tuttavia, al momento gli orologi atomici hanno ancora dei grossi limiti. Un rimpicciolimento, che segnerebbe un loro ingresso nel regno dei gadget o addirittura del wearable, sarebbe di fatto uno sviluppo rivoluzionario.
Un’altra ipotesi di applicazione del N@C60 sono le auto senza pilota, che con un sistema GPS a base di fullereni potranno essere controllate in maniera molto più esatta.
I ricercatori di Designer Carbon Materials producono fino a un mezzo grammo di materiali al giorno, ma spesso trattano con sostanze più economiche e meno pure. Nelle varianti meno costose non tutte le molecole hanno all’interno l’atomo di azoto, ma sono gabbie molecolari parzialmente vuote. “Così possiamo produrre 50 milligrammi con un grado di purezza superiore,” ha spiegato Porfyrakis ad Ars Technica. “Ma ci vogliono comunque settimane.” I ricercatori vogliono soltanto sviluppare dei metodi per rendere il materiale più efficiente e conveniente a livello di costi. “Contiamo di farcela nei prossimi tre anni.”
Essendo l’azienda britannica la prima e l’unica ad aver lanciato N@C60 sul mercato, bisogna valutare anche il rapporto tra domanda e offerta. “Dopo il primo acquisto, avremo ancora più richieste da tutto il mondo,” ha concluso ottimisticamente Porfyrakis.