Los Angeles, novembre 2019. Inquinamento e sovraffollamento hanno reso la nostra terra invivibile. Il sole non c’è più. Pioggia e nebbia avvolgono la città, ormai fatiscente. La tecnologia invade i vecchi palazzi. La popolazione è multietnica e chi riesce si trasferisce nelle colonie extra terrestri. Per le strade non si vedono solo umani: i replicanti, androidi costruiti come gli esseri umani (o meglio “più umani degli umani”) sono stati creati per fare i lavori più duri e più pericolosi.
Era il 1982 quando nelle sale cinematografiche uscì il discusso Blade Runner. Un Ridley Scott che provava ad immaginare il futuro.
Forse (e si spera solo per pochissimo aspetti) qualcosa deve averla indovinata.
9,1 milioni. È il numero di posti di lavoro che si ipotizza di perdere negli Stati Uniti, in dieci anni, perché sostituiti dai robot.
La ricerca è stata condotta da Forrester Research e pubblicata in Italia da Corriere Comunicazioni.
Il numero reale di posti che saranno persi dall’uomo e presi dalle macchine, è di 22,7 milioni. Molti di questi verranno occupati però da persone che avranno un nuovo lavoro, creato per gestire le macchine.
Non si parla solo di hardware: la ricerca ha introdotto anche i lavori che verranno sostituiti dal software. Non solo macchine, anche “intelligenza”.
La ricerca ha inoltre fatto emergere che la tecnologia prenderà il sopravvento in settori che fino ad oggi non erano risultati interessanti per gli amici robot. Tra i posti più a rischio troviamo infatti quelli intellettuali e di relazione con il pubblico.
Watson su tutti, che affianca i medici nelle loro diagnosi. Poi Botlr, il cyber-maggiordomo che è stato “assunto” dalla catena di alberghi Aloft oppure Oshbot, il robot-ommesso che si muove tra gli scaffali dei negozi di ferramenta Lowe’s.
I robot fanno già parte della nostra vita e sono destinati ad essere sempre più presenti. I timori “umani” sono leciti ma ancora una volta sarà nostra la responsabilità di questo cambiamento.
Un cambiamento organizzativo, sociale e culturale per il quale non sarà ammesso il farsi trovare impreparati.
Hardware e software verso mani ed intelligenza. Per ora (che non significa per sempre) abbiamo siamo ancora in vantaggio: gli esseri umani hanno i sentimenti, la passione, la voglia di fare bene.
Roy Betty, il replicante protagonista di Blade Runner, prima di morire disse quello che è divenatato uno dei monologhi più celebri della storia: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi.”