Su Facebook il Centro Storico Fiat ha appena superato l’incredibile soglia di 100mila “likes”. Una cifra veramente importante se pensiamo allo standard dei musei italiani sui social network. Lo stereotipo del museo come luogo separato dal mondo e frequentato solo da scolaresche e pensionati è finito da un pezzo nel resto del mondo, superato dal museo 2.0 che si propone ai propri visitatori sui social come un vero e proprio brand. In Italia permane ancora un’idea stantia di museo che non lascia spazio a serie innovazioni digitali. Il Centro Storico Fiat conta sì molti “mi piace”, ma soltanto 119 persone indicano pubblicamente di essere stati lì.
Il confronto col resto del mondo è veramente deprimente: un’operazione di ottimo marketing la stanno svolgendo i musei americani e francesi: i musei con più likes sono il MoMA the Museum of Modern Art con 1.5 milioni e il Louvre e il Metropolitan Museum of Art di New York con 1 milione di likes a testa.
Naturalmente il numero di visitatori di questi musei è decisamente superiore a qualsiasi ente italiano: il Louvre è il museo più visitato al mondo con quasi 10 milioni di visitatori, il MoMA di New York conta un terzo di visitatori in meno ma circa lo stesso numero di likes mentre le persone che ne parlano sono il doppio del Louvre, quasi 30mila. A sorpresa il terzo posto è conquistato dalla Galleria Saatchi di Londra che seppur contando solo poco più di un milione di visitatori fisici, su Facebook è al livello dei due colossi con 1milione di likes. Certo, i fans non sono tutto, però è un dato importante per analizzare lo standard mondiale e confrontarlo con quello italiano. Molto più dei likes conta la “vita vera” all’interno di una pagina, cioè le interazioni, i commenti, gli share.
Il Louvre oltre a proporre le mostre temporanee e incontri con artisti e personalità offre anche dei contest con biglietti in palio, mostra le fotografie dei lavori di restauro. Il punto di forza è il gran numero di persone che hanno segnalato di “esser stati lì”, il che mostra il valore sociale che ha il solo fatto di esserci stati. Il MoMA conta più fans e sfrutta il mercato di lingua inglese, ma coinvolge anche i visitatori di tutti i Paesi con domande in lingua. Il Museo Van Gogh ha molti meno fans ma punta a un rapporto più stretto rispondendo a moltissimi commenti quasi sempre in inglese. Molte realtà più piccole sono molto dinamiche con progetti creativi che creano engagement.
In Italia oltre al Centro Storico Fiat, si difendono bene i musei di arte contemporanea come il MAXXI di Roma che piace a circa 70mila fans, il Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma si difende bene con più di 50mila fans come il Mart di Rovereto. Anche i Musei Vaticani si avvicinano ai 50mila. Non raggiungono nemmeno i 10mila fans il Museo del Novecento di Milano e Palazzo Strozzi, uno dei musei italiani più visitati. Moltissimi musei italiani purtroppo non hanno nemmeno una pagina ufficiale come Palazzo Ducale di Venezia, Palazzo Pitti, la Reggia di Venaria (che però ha puntato su Twitter), il Museo del Bargello, il Parco di Capodimonte di Napoli, il Parco del Castello di Miramare di Trieste, Palazzo Reale di Milano, il Museo Centrale del Risorgimento e il Complesso del Vittoriano di Roma. Si consolida in questo modo l’idea di musei morti. Se non si decide di rinnovare e rinfrescare l’immagine con gli strumenti che il web ci offre molti musei italiani hanno le ore contate.