Neil Harbisson ha un dono “sente i colori”. Non li vede, perché come racconta lui stesso a TED, “sono nato con una rara condizione visiva, l’acromatopsia, ossia l’incapacità totale di vedere i colori, quindi non ho mai visto i colori, e non ho idea di che aspetto abbiano, perché vivo in un mondo in scala di grigi. Per me, il cielo è sempre grigio, i fiori sono sempre grigi, e la televisione è ancora in bianco e nero”.
A 21 anni arriva però la svolta, grazie alla tecnologia “ Nel 2003 ho dato il via a un progetto con l’informatico Adam Montandon, e il risultato, con l’ulteriore collaborazione di Peter Kese dalla Slovenia e Matias Lizana di Barcellona, è questo occhio elettronico. È un sensore di colore che rileva la frequenza di colore davanti a me e invia questa frequenza a un chip installato dietro la mia testa così sento i colori che ho di fronte attraverso le ossa, tramite la conduzione ossea”.
Questo lo porta a “sentire” i colori ma anche a “sognare” a colori. E la sua vita cambia. Tutto si colora, anche la musica. “Un’altra cosa che mi capita è che comincio ad avere un effetto secondario e cioè i suoni normali stanno diventando colore. Ho sentito il telefono squillare e ho sentito il verde perché ha lo stesso suono del colore verde. I rintocchi della BBC sono turchesi, e ascoltare Mozart è diventata un’esperienza gialla”.
Uno dei dipinti di Neil (“Baby” di Justin Beiber)
Da qui l’idea di “dipingere” la musica e le voci delle persone. Secondo Neil “dovremmo tutti percepire le cose che non riusciamo a percepire”. Per questo, due anni fa, ha creato la Cyborg Foundation, una fondazione che cerca di aiutare le persone a diventare dei cyborg e le incoraggia ad ampliare i propri sensi utilizzando la tecnologia come parte del corpo. Perché l’obiettivo è uno solo: “Dovremmo tutti pensare che la conoscenza viene dai nostri sensi, quindi se ampliamo i nostri sensi, amplieremo di conseguenza le nostre conoscenze”.