Obama e Rouhani si telefonano e parlano di nucleare in occasione della recente Assemblea generale dell’Onu in corso a New York. L’evento è storico e segna un disgelo dei rapporti fra Stati Uniti e Iran a 34 anni dalla fatidica presa dell’ambasciata Usa a Teheran, durante la rivoluzione di khomeinista. Rouhani, il presidente riformatore salito al potere dopo due mandati dello xenofobo Ahmadinejad, è il grande “matador” alle Nazioni Unite. Se fino al 2012 il mondo occidentale voleva scatenare una guerra contro Teheran, ora la pacatezza del suo più importante cittadino fa fare marcia indietro anche ai più agguerriti, ma non a Israele, vero perdente di questa rinnovata “amicizia” fra Usa e Iran.
Finora Netanyahu non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito, ma il giornale israeliano Yedioth Ahronoth riporta alcuni stralci di un comunicato ufficiale diffuso ad arte dai funzionari israeliani in cui il premier definisce quella di Rouhani “una tattica diabolica, non diversa da quella del suo predecessore Ahmadinejad”.