Netflix Pensa a Hulu per una Fusione

Che il 2016 fosse l’anno della rivoluzione nel settore della distribuzione video lo si era capito da tempo. Da quando, almeno, tutte le grandi multinazionali del settore delle telecomunicazioni hanno scelto di spostare la propria offerta anche sull’online.

Un cambiamento che ha fatto emergere un nuovo settore, quello dello streaming on demand, che in poco tempo (dopo aver annusato possibilità di fare business) ha visto spuntare diversi nuovi attori. I tre principali sono Netflix (NASDAQ: NFLX), Amazon video (NASDAQ: AMZN) e Hulu.

Il leader tra i tre è senza ombra di dubbio Netflix, che conta ben 83 milioni di utenti, di cui circa solo la metà negli Stati Uniti e il resto diviso sul piano internazionale grazie a una globalizzazione che ha portato all’espansione del colosso in più di 190 Paesi.

I dati economico-finanziari sono solidi, con ricavi di 6,7 miliardi di dollari e profitti nel 2016 che si attestano a circa 120 milioni di dollari. La capitalizzazione di Borsa (numero delle azioni per il valore unitario) viaggia intorno ai 42 miliardi di dollari, che però rispetto al 2015 hanno fatto segnare un -25%. Caduta registrata quando la società ha riportato dati inferiori nella crescita degli utenti al di fuori degli Stati Uniti.

Per il management della società non è, quindi, ancora il momento di godersi i traguardi raggiunti e i “rumors” nel mercato finanziario sono di una imminente ipotesi di fusione con l’operatore HULU.

Ma conosciamo meglio la società oggetto dell’ipotetica futura fusione e cerchiamo di scoprire quali potrebbero essere le ragioni dell’operazione.

Hulu, servizio internet di video on demand che offre film e tv shows, nasce a Los Angeles nel 2007. È detenuta da colossi come Disney, 21st Century Fox e Comcast. Nel 2016 ha realizzato un aumento del 30% dei sottoscritti e utilizzatori della piattaforma, attestandosi a 12 milioni di clienti. Tuttavia anche Hulu ha avuto una crescita inferiore rispetto al 2014 e al 2015, quando si erano incrementi a ritmi del 50% annui. La loro proposta commerciale è composta da due modalità: la prima, senza pubblicità, ad un costo per il cliente di 12 dollari al mese, mentre la seconda con la trasmissione pubblicitaria di 8 dollari mese. Le proiezioni di ricavi per il 2016 e 2017 sono rispettivamente 2 e 2,4 miliardi di dollari. La valutazione attuale della società è di circa 15 miliardi di dollari con proiezioni per gli anni futuri fino a 25 miliardi di dollari.

Bisogna dire che dal punto di vista finanziario la società ha accumulato perdite, fino al 2008, per un totale di circa 1,5 miliardi di dollari e, tutt’oggi, non ha ancora raggiunto un equilibrio.

Le ragioni d’interesse da parte di Netflix verso Hulu stanno , oltre alle abituali sinergie economiche-finanziarie, nelle scelta commerciale di Hulu di lanciare un nuovo servizio televisivo via cavo. Già altri operatori si erano mossi in tale direzione (per esempio ATT con DIRECT TV), ma la fusione tra Netflix e Hulu andrebbe verso la creazione un gruppo integrato di sviluppo di contenuti con una distribuzione sia via cavo sia via satellite.

Una fusione che rafforzerebbe la capacità di competizione con un colosso come Amazon, la cui capitalizzazione è di 360 miliardi di dollari, ma che soprattutto dispone di risorse finanziarie ingentissime.