Quanti di voi sono ormai esperti nell’arte del binge watching?
No, non è uno sport mai sentito prima, è semplicemente quella tecnica ormai diffusa che consiste nel recuperare la visione di tutti gli episodi di una serie tv in poco tempo, scardinando il concetto di serialità con cui è stato inizialmente pensato il prodotto. Persino la Treccani ha inserito il neologismo nell’elenco dei suoi lemmi.
Netflix, in arrivo anche in Italia a ottobre, ha cavalcato l’onda del binge watching – estraneo alle altre emittenti – per proporre al suo pubblico un servizio innovativo e a prezzo competitivo: sfornare stagioni complete, dai 10 ai 13 episodi solitamente, e renderle disponibili in una volta sola. House of Cards, Marvel’s Daredevil, Orange is the New Black sono solo alcuni esempi di come questa strategia sia stata vincente.
Per approfondire la storia e il successo di Netflix, tuttavia, va fatta una doverosa premessa sul funzionamento del sistema televisivo americano.
In America, anche per conciliare la vastità (oraria e geografica) del paese, i canali televisivi trasmessi in chiaro sono principalmente commerciali e se si desidera vedere qualcosa che non siano le frequenze locali del Paese bisogna avere un abbonamento via cavo ai numerosi cable networks. Ben il 72% delle famiglie americane ha sottoscritto un contratto per poter usufruire della tv via cavo e i canali di certo non mancano: sono circa 300 le emittenti che pagano la rete televisiva per poter trasmettere i loro programmi appoggiandosi a essa. La differenza sostanziale con il sistema italiano è nelle fasce di prezzo: solitamente, i “pacchetti” acquistabili e contenenti una selezione di canali (dall’HBO alla Starz, da FX a E!) hanno prezzi davvero irrisori anche grazie alla larga diffusione nazionale; per fare un esempio, Disney Channel costa circa $1,22 al mese (Wall Street Journal Blog). Contrariamente ai canali trasmessi in chiaro, poi, la politica delle cable networks è un divieto quasi totale di censura, come dimostrano molti serial andati in onda su questi canali.
Netflix è nato nel 1997 come “noleggio” via internet, principalmente di videogiochi e DVD spediti per posta, e successivamente nel 2008 come piattaforma dedicata allo streaming online on demand di svariate serie tv e film. Il salto di qualità, tuttavia, fu nel 2011 quando decise di avviare la produzione di programmi originali e mise in cantiere House of Cards, puntando su un grande cast e un’ottima sceneggiatura. Non volle però attendere la canonica programmazione settimanale, per restare fedele alla linea sempre seguita: produrre e rendere disponibili alla visione ben 13 episodi, tutti in una volta, era un azzardo. Azzardo che nel 2013, dati alla mano, si dimostrò vincente: un successo di critica e di pubblico; il solo cachet di Kevin Spacey, il protagonista, è costato $100 milioni per 13 episodi e l’abbonamento mensile a Netflix costa circa $7,99. Visto e considerato che, secondo l’emittente, le spese sono completamente rientrate e persino incrementate, basta farsi un paio di calcoli per comprendere appieno quanto l’investimento sia stato proficuo.
Attualmente, Netflix è presente in tutto il Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Sud America e in alcune parti d’Europa (Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Svizzera, Austria, Belgio, Lussemburgo, Regno Unito e Germania), visibile sia tramite smart tv che tramite dispositivi mobile (tablet, cellulare, computer).
Se anche voi siete impazienti, basta solo aspettare l’autunno.