Nigeria: più Cinema, meno Petrolio

Di quello che succede in terra d’Africa spesso si sente parlare poco, le informazioni giungono confuse e la tentazione di ascrivere tutti i fenomeni al marasma delle sanguinose guerre civili, dei rovesciamenti di potere e dell’imperante corruzione è dietro l’angolo. Invece succede che nel silenzio dei media occidentali un Paese come la Nigeria fa registrare il prodotto interno lordo più alto tra gli Stati del continente e si piazza al 26° posto a livello mondiale, con buone chance di entrare nella Top 20. Viene il dubbio che tutto questo discutere di Brics, Civets e altri acronimi sia qualcosa di molto inflazionato.

In realtà le potenzialità della Nigeria erano già note da tempo e il superamento del Sudafrica quanto a PIL è il coronamento di un percorso di crescita, fortemente in contrasto coi Paesi vicini, intrapreso e consolidato da anni. Una considerazione preliminare però va fatta: se è vero che la Nigeria coi suoi 510 miliardi di dollari di PIL supera di gran lunga i 343 del Sudafrica (Paese in precedenza in testa alla classifica degli Stati africani), il dato su base pro-capite è ancora inverso in quanto il Sudafrica, coi suoi 7500 dollari fa registrare un valore 3 volte superiore a quello nigeriano. Precisamente c’è stato un cambiamento, senz’altro essenziale e dettato dal mutare dei tempi, riguardo alla base di calcolo dell’indicatore (PIL) che col riferimento precedente, allineato all’anno 1990, escludeva interi settori ora fondamentali per tutti i sistemi economici. Per citarne alcuni: telecomunicazioni, immobiliare ma anche cinema e internet. Non bisogna però cadere nell’errore di pensare che la ricchezza nigeriana sia solo frutto di una manovra contabile: in una notte il suo PIL è cresciuto dell’89% e su base annua è stata del 12,7% nel 2013, la più alta del mondo.

Se una costante imprescindibile per il radicarsi di un’economia sana e sostenibile è la presenza di istituzioni forti e legittimate, il caso nigeriano costituisce un interessante esempio di occidentalizzazione concernente i settori e fattori trainanti lo sviluppo. Tre, i pilastri fondamentali su cui si basa la continuità della crescita del Paese: finanza, petrolio e cinema. Del primo elemento è facile dare spiegazione, balzato agli onori della cronaca come Paese alternativo al Sudafrica quanto a potenzialità di sviluppo ha poi suscitato le attenzioni del Fondo Monetario Internazionale che ne ha successivamente certificato i bilanci. In questo modo gli investitori, che come detto storicamente facevano affidamento principalmente sul Sudafrica per diversificare i propri portafogli, ora guardano con curiosità e buone prospettive anche alla Nigeria. Più interessante è il caso del petrolio che insieme all’agricoltura continua ad essere il perno della crescita del Paese, sebbene il suo peso relativo si stia riducendo per la frammentazione dei settori passando da un 32 al 15%. La Nigeria produce ogni giorno 1,9 milioni di barili di petrolio ed Eni, la compagnia dell’ex Ad Paolo Scaroni, è una delle società più attive del paese. Questo, nonostante i problemi che affligono questo tipo di produzione sul posto, in primo luogo i furti e saccheggi per mano della criminalità organizzata, una vera piaga che potrebbe compromettere la permanenza di diversi player del mercato. Ancora più interessante è il peso del cinema per la Nigeria. Conosciuto come “Nollywood” il cinema nigeriano produce tra i 1500 e i 2000 film all’anno, fattura la bellezza di 7 miliardi di dollari e costituisce l’1,3% del PIL, oltre ad essere ormai un punto di riferimento per tutto il continente.

Al di là delle particolarità della sua economia è difficile dimenticare gli enormi problemi che il Paese deve affrontare. Prima di tutto mancano le infrastrutture di base per l’insediarsi di un’attività economica forte come strade, ferrovie, cantieri. Inoltre permangono i critici problemi sociali da affrontare da parte del governo centrale: una povertà e una disuguaglianza estremamente accentuate per redditi, una criminalità, micro e macro (organizzata), percepita come invasiva e preoccupante, una corruzione dilagante che classifica il Paese al 144 posto su 177. Infine anche il terrorismo, ramificato e presente grazie alle minoranze interne, costituisce un ostacolo all’espansione dello stato. La sensazione è che prima di conoscere un serio sviluppo, sostenibile e duraturo, la Nigeria debba attuare quelle riforme interne di sicurezza e stabilità tali da garantire fiducia e buone aspettative nei suoi interlocutori. Per il momento trattasi dunque di un grande potenziale di crescita in parte sprecato a causa di questi fattori citati. È indubbio, altrimenti, che con l’attuazione di queste misure di risanamento e l’attenuazione dei contrasti sociali la Nigeria possa diventare un protagonista straordinario dello scacchiere geo-politico mondiale nei prossimi decenni.

Ecco alcune fotografie Reuters di Nollywood pubblicate da Repubblica: