La matematica, è risaputo, è per la maggior parte degli studenti la materia più ostica e sicuramente una delle meno amate, spesso vissuta con un rapporto difficile che nasce per alcuni fin già dalle prime tabelline.
Sono tante oggi le iniziative che cercano di rendere questa materia più piacevole e coinvolgente, come la mostra “Mate in Italy” organizzata grazie al patrocinio di varie Università italiane tra cui Bocconi, Statale, Bicocca e Politecnico di Milano e quelle dell’Insubria, di Pisa, Federico II di Napoli e Trento e che sarà aperta al pubblico presso il Palazzo dell’Arte Triennale di Milano fino al 23 Novembre.
C’è però oggi il risultato di una ricerca che incombe su questa “operazione simpatia”: la facilità di apprendimento e la predisposizione per la matematica sono strettamente legate alla propria madrelingua. E guarda caso i Paesi con la lingua maggiormente amica della scienza dei numeri sono soprattutto quelli dell’Asia orientale, che guidano le classifiche nel mondo per preparazione dei loro studenti in questa materia.
Il cinese, il giapponese, il coreano e il turco usano, infatti, parole più semplici e logiche per i numeri, rendendo più facile per i bambini la comprensione del conteggio e dell’aritmetica, rispetto a lingue come l’inglese. La correlazione tra lingua e apprendimento matematico è stata approfondita negli ultimi anni da un team di lavoro guidato dalla professoressa Karen Fuson della Northwestern University e da Yeping Li della Texas A&M University, esperta di insegnamento nelle scuole cinesi.