Open: la Libreria 2.0

Questo progetto ha a che fare con la tua formazione e coi tuoi trascorsi?

Certo. Ho un background artistico (laureato all'Accademia delle Belle Arti di Brera, ndr) e sono sempre stato affascinato dai nuovi linguaggi. All'inizio fu internet, mentre oggi la nuova frontiera è il web 2.0 e la tecnologia "multi-touch": i tablet, insomma. Tre anni fa sono partito con Tapook, uno studio di digital publishing, da cui è scaturita l'app PlayART, un gioco educativo per introdurre i bambini al mondo dell'arte. Dalla creazione di contenuti digitali, la mia attenzione si è spostata ai luoghi dove poterne usufruire e quindi al progetto di uno spazio tecnologico e al contempo incentrato sulle persone e le loro esigenze. In questo il mio vissuto mi ha aiutato: con Tapook ho conosciuto persone che hanno collaborato con me nell'ideare un format innovativo ed ho avuto modo di conoscere il mondo dell'editoria. Un settore che sta vivendo una fase di profondo cambiamento: il libro cartaceo si ritaglierà nel tempo una precisai nicchia di mercato, aumentando la qualità media dei titoli stampati, mentre gli e-book sostituiranno la maggior parte dei titoli, un mutamento nel modo di leggere che Open vuole accompagnare fin dai suoi primi passi.

Questo basterà affinché Open abbia successo?

Spero di sì. Con Open stiamo lavorando per rispondere al meglio allo spirito del nostro tempo, grazie ai suoi spazi multifunzionali, alla cultura partecipativa e a un'atmosfera accogliente, creata attraverso la preziosa collaborazione di Lago Arredamenti.