Pagamenti elettronici. In Italia si è ancora restii a utilizzare bancomat e carte di credito per effettuare acquisti. Anche per colpa, a volte, di leggi poco adeguate. Ma piano piano qualcosa si sta muovendo anche qui. Magari grazie anche a soluzioni interessanti come Jusp, azienda che commercializza “una soluzione smart che consente l’incasso con carte di credito e bancomat attraverso un POS mobile collegabile a PC, smartphone e tablet”. Per capire meglio di cosa si tratta noi di Smartweek abbiamo intervistato Jacopo Vanetti founder & chief technical officer di Jusp e Stefano Calderano, Ceo dell’azienda.
Quando è nata Jusp? Di cosa si tratta?
(J.V) Jusp è nata nel novembre del 2011 ed è un’azienda che commercializza una soluzione smart che consente l’incasso con carte di credito e bancomat attraverso un POS mobile collegabile a PC, smartphone e tablet. Il sistema, molto semplice e intuitivo, è disponibile sul nostro sito www.jusp.com, con consegna a casa o in ufficio. Per iniziare a utilizzare i nostri prodotti basta scaricare l’app.
A chi vi siete ispirati?
(J.V) Il nostro modello di riferimento iniziale è stato Square, un’azienda americana creata da uno dei fondatori di Twitter nel 2009. Ma è stata solo un’ispirazione perché la tecnologia europea con le carte dotate di chip è più avanzata e complessa rispetto a quella degli Stati Uniti. Uno dei pochi casi al mondo dove l’Europa è capofila tecnologica.
Voi siete partiti a fine 2011, ma il primo vero importante finanziamento per commercializzare il vostro prodotto è arrivato solo 2 anni dopo, quando “Square” negli Stati Uniti aveva già riscosso un grande successo. Come mai?
(S.C) Abbiamo impiegato 18 mesi per fare un round con i Venture Capital raccogliendo 4 milioni di euro, una cifra molto alta per il mercato italiano, soprattutto per una azienda all’epoca ancora senza ricavi. Il processo di fundraising ci ha impegnati per oltre dieci mesi contro i circa cinque / sei normalmente necessari per i fondi di venture capital.
Stefano Calderano, Ceo di Jusp
Dove vengono realizzati i prodotti Jusp? Quanti pezzi realizzate all’anno e a che regime pensate di arrivare?
(J.V) I device Jusp sono realizzati interamente in Italia, in provincia di Milano e di Treviso. Siamo molto orgogliosi che tutto sia stato pensato e prodotto nel nostro Paese. Un altro motivo di orgoglio è il recente ottenimento di un brevetto internazionale che copre il nostro device.
Quanto costa un prodotto Jusp ad un commerciante o libero professionista che lo acquista?
(S.C) Jusp ha una gamma prodotti ampia che va incontro a tutte le esigenze del cliente. Abbiamo un prodotto che parte da 49 euro più iva ideale per le attività in mobilità, e un altro con tecnologia contactless , top di gamma da 79 euro più iva, che rappresenta una soluzione definitiva e migliore dei POS fissi attualmente in commercio. Oltre il costo del POS ci sono poi dei piani tariffari: il più utilizzato dai nostri clienti non prevede alcun canone mensile e una commissione del 2,5% solo quando si utilizza il POS.
Quali sono i vostri competitor in ambito europeo?
(S.C) I principali competitor sono le banche, alcune delle quali stanno cominciando a offrire prodotti similari al nostro. Il grande vantaggio di JUSP rispetto alla concorrenza è che le banche richiedono anche l’apertura di un conto corrente bancario, spesso costoso, mentre con JUSP si ricevono i soldi su qualunque conto corrente già in possesso del cliente
Quali peculiarità vi differenziano dai vostri competitor?
(J.V) Tre fattori. Il primo è rappresentato dalla nostra indipendenza dalle banche, perché i clienti non sono obbligati ad aprire un conto corrente. In secondo luogo, il nostro POS si può usare, oltre che con smartphone e tablet, anche con i PC, quindi in sostituzione del tradizionale POS bancario normalmente adottato dai negozi. Ultimo vantaggio, ma non meno importante, è l’offerta di servizi ad alto valore aggiunto ai quali il cliente può accedere: reportistica avanzata, servizi di marketing, gestionale della attività e altri servizi che arricchiranno sempre di più la gamma JUSP
Si parla di un mercato italiano ancora acerbo per quanto concerne questa tipologia di pagamenti. Secondo voi è prevista un’inversione di rotta?
(S.C) Sicuramente anche il mercato italiano si evolverà così come è successo per i principali paesi avanzati. Questi processi sono però sempre molto graduali, spesso anche a causa della normativa e delle leggi poco adeguate. Credo che ci vorranno ancora degli anni ma il trend di crescita appare come un fenomeno inarrestabile.
Quali sono i progetti futuri di Jusp?
(S.C) Proseguire nella commercializzazione in Italia e, nel corso del 2015, avviare il processo di internazionalizzazione. Il mondo dei pagamenti è per definizione globale, e purtroppo l’Italia non gioca un ruolo da protagonista. Una presenza sui mercati esteri è perciò fondamentale per competere al meglio con i colossi stranieri. L’Europa sarà il primo passo ma abbiamo avviato contatti interessanti in Africa, America centrale e altri paesi emergenti per esportare la tecnologia Jusp.
Partendo dalla vostra esperienza, secondo voi è difficile fare impresa in Italia?
(J.V) (S.C) Sicuramente sì, fare impresa in Italia è molto complesso. Una delle difficoltà maggiori sta nel processo di funding, soprattutto quando, come nel nostro caso, si necessità di risorse economiche rilevanti. Queste difficoltà rappresentano però uno stimolo importante, aver successo in Italia rappresenta sicuramente un valore aggiunto. Uno dei nostri principali motivi d’orgoglio è l’aver creato un prodotto completamente Made in Italy.