Dunque, domenica sera mi sono divertita un sacco a litigare con un tizio su Twitter, uno di quelli con zero foto della propria persona ma in compenso l’immagine di un pettorale nudo su cui è appoggiato uno stetoscopio e un nickname “Doctor Gay” che più efficace no se puede. La miccia è stata un servizio de Le Iene. Sì lo so, il trio alla conduzione è imbarazzante, ha reso il programma un inquietante incrocio tra Zelig, miss Italia e un romanzo mediocre e le battute sono spontanee come uno stralcio del copione di The Lady. Però i servizi reggono ancora e soprattutto dopo di loro trasmettono i Griffin, quindi chi mi schioda.
Fatto sta che va in onda il caso di una ragazza toscana, amorevolmente cresciuta da mamma albanese e papà aretino, che un giorno guardando un simpatico filmino di famiglia dei tempi in cui era neonata sente una frase della mamma e scopre che suo padre in realtà non si chiama Riccardo ma Abdul. Circa dieci anni dopo si sente pronta a farsi raccontare tutto dalla genitrice, che la delizia con l’immagine di questo conturbante marocchino dagli occhi neri e dal sapor mediorientale con il quale non ha potuto crescerla a causa dell’opposizione delle famiglie alla loro unione. La fanciulla non ci pensa due volte e si mette alla ricerca del suo biopapà. Lo trova ad Amsterdam. Segue video struggente di lei in viaggio emozionata al check-in, emozionata al decollo, emozionata all’atterraggio, emozionata mentre davanti a un negozio di biciclette scelto quale punto di ritrovo lo aspetta col telefono in mano e il cuore in gola. Per poi scoppiare in lacrime quando vede avvicinarsi un uomo alto e brizzolato che sicuramente un tempo aveva il suo perché e soprattutto che oggi ha i suoi stessi identici occhi nero pece. Iniziano a parlare e ridere e abbracciarsi in un modo così spontaneo e naturale che sembra che lei sia stata via in vacanza per due settimane. Lui la porta a casa, le mostra le foto di lei piccola che ha conservato in tutti questi anni ed entra immediatamente nel ruolo di padre cazziandola per il dragone tatuato sul braccio e il numero indefinito di piercing e i capelli viola.