Prendere o lasciare. E’ questo il senso dell’ultima offerta “finale e senza possibilità di rilanci” fatta dal colosso farmaceutico americano Pfizer per aggiudicarsi l’anglo-svedese AstraZeneca: 55 sterline (92 dollari) per azione, per un totale di 69 miliardi di sterline, pari a circa 117 miliardi di dollari. Proposta che, secondo AstraZeneca, “sottovaluta l’azienda e le sue interessanti prospettive”, nonostante Pfizer evidenzi che si tratta di un aumento “di circa il 15% rispetto all’ultima offerta avanzata lo scorso 2 maggio”.
Viste le premesse è sempre più difficile che l’affare abbia alla fine un esito positivo. Pfizer si è stufata e ha lanciato una sorta di ultimatum. “In assenza di ulteriori discussioni o di una proroga del termine per la presentazione di una proposta definitiva, scadrà alle 17 ora di Londra del 26 maggio”. “Crediamo che la nostra proposta – ha dichiarato Ian Read, presidente e Ceo di Pfizer – sia interessante per gli azionisti di AstraZeneca e che creare una combinazione fra Pfizer e AstraZeneca sia nel migliore interesse di tutti gli stakeholder. Siamo eccitati per l’opportunità di creare una centrale scientifica, offrendo grandi benefici ai pazienti e alla scienza nel Regno Unito e in tutto il mondo. Difendiamo i nostri impegni senza precedenti per il governo britannico e crediamo che i benefici per tutti i soggetti interessati possano essere massimizzati solo attraverso l’impegno di cooperazione tra le due società”.