Lo scorso 10 luglio avevamo scritto qui dei preoccupanti risultati di “Ricercasi“, l’indagine sulle condizioni della ricerca in Università, mettendo in luce soprattutto la difficoltà per i dottori di ricerca di trovare un impiego a tempo indeterminato nel mondo universitario. Una prima risposta alla grave situazione emersa è già arrivata, quasi a tempo di record, dal Ministero dell’Istruzione.
Il Miur ha infatti lanciato il progetto PhD ITalents dedicato all’inserimento nel mondo del lavoro e nelle aziende dei dottori di ricerca delle Università.
Ieri, primo agosto, il finanziamento per la realizzazione del progetto ha avuto il via libera del Cipa (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Inizierà la fase ora di selezione dei 136 dottori di ricerca da inserire in imprese fortemente orientate all’innovazione, per un periodo non inferiore di due anni.
Un finanziamento totale di 16.236.000 euro, di cui 11 milioni stanziati dal Fondo Integrativo speciale per la ricerca del Miur: queste sono le risorse messe in campo per una iniziativa che coinvolgerà le più significative esperienze imprenditoriali italiane individuate dal Piano nazionali per la Ricerca operanti nei settori di rilevanza strategica come Energia, Agroalimentare, Patrimonio Culturale, Mobilità Sostenibile, Salute e Scienza della Vita.
Il coordinamento, il monitoraggio e la valutazione dell’intero progetto saranno curati dalla Fondazione Crui (la Fondazione della Conferenza dei Rettori) e da una regia dedicata che coinvolge anche gli altri due maggiori enti coinvolti, Miur e Confindustria.
“Coinvolgere le aziende in questi progetti significa cominciare a gettare le basi per un futuro diverso del nostro Paese in cui il dottorato di ricerca non resta più confinato solo in ambito universitario, ma diventa un titolo strategico per assunzioni di alto livello in imprese che vogliono fare innovazione puntando sui nostri giovani ‘cervelli’” spiega il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.
“Vogliamo trattenere i migliori talenti, dandogli la possibilità di completare la loro formazione d’eccellenza in imprese all’avanguardia”.
L’iniziativa è finalmente una boccata d’ossigeno per il sistema industriale italiano alla ricerca di nuova linfa creativa e allo stesso tempo una iniezione di fiducia per un “sistema Ricerca” che aveva patito per lungo tempo un senso d’abbandono e d’isolamento da parte delle istituzioni e del mondo del lavoro.