Con l’edizione 2014 in pubblicazione il 23 novembre, «The Cal» compie i suoi primi cinquant’anni, portati divinamente. Con sopresa di tutti, fotografo d’eccezione per questa tiratura è stato Helmut Newton, scomparso nel 2004. In particolare sono stati recuperati alcuni suoi scatti risalenti al 1986, non pubblicati prima perchè ritenuti troppo osè.
Stiamo parlando del Calendario (precursore di quel successivo proliferare di calendari di qualsiasi genere) in cui, paradossalmente, giorni, mesi, festività non sono che contorno, pretesto per presentare impeccabili scatti fotografici d’autore a donne dalle fattezze perfette. Senza esagerazione, può essere considerato l’apoteosi della fotografia d’alta moda: qualunque modella abbia avuto la fortuna di parteciparvi acquisisce automaticamente l’epiteto di Top model, diventando essa stessa un’icona; addirittura indiscrezioni rivelerebbero che non ricevano alcun compenso se non l’onore.
Pirelli, a partire dagli anni ’60, è riuscita a rendere il più banale degli oggetti un vero e proprio cult, un pezzo da collezionisti, un autentico status symbol. The Cal non si può in alcun modo acquistare, si riceve e, quindi, si ottiene di diritto. È, in un certo senso, il manifesto di una determinata posizione sociale e, conseguentemente, estetica. Un indiscusso successo per un’operazione di marketing – al tempo senza precedenti – che ha trasformato un’azienda di pneumatici, nota nel solo ambito automobilistico, in un’entità capace di decretare ogni anno il futuro canone di bellezza femminile e di imporlo, più o meno consapevolmente, al mondo, e non solo della moda.
Il femminismo più accesso lo ha più volte fortemente criticato, senza però riuscire a scalfirlo. Anzi, con l’ennesima sapiente mossa, Pirelli ha prontamente dato voce, o per meglio dire visibilità, a queste istanze più interessate al contenuto piuttosto che alla forma della fotografia. Infatti, nell’edizione 2013, firmata Steve Mc Curry (non esattamente un fotografo di moda), non troviamo immortalate classiche modelle seminude, bensì donne, di riconosciuto impegno economico-sociale a livello internazionale, vestite della loro sola personalità.
Le donne di the Cal non sono oggetti, bensì ideali. La perfezione estetica rappresentata, incarnatasi ora in questa ora in quella fanciulla, si manifesta in maniera sempre differente nel corso degli anni, rimanendo al contempo sempre fedele a se stessa.
Che siano donne trasfigurate in dee greche, in compagnia di elefanti indiani, dal sofisticato nudo accennato o integrale, agghindate con gioielli appariscenti oppure geishe, non ha alcuna importanza. Ciò che davvero emerge in ogni edizione è l’assoluto culto per la bellezza, dove il corpo femminile viene sì esibito, ma unicamente come vera e propria opera d’arte; da cinquant’anni e, speriamo, per molti altri ancora.
Photo credit: tienvijftien / Foter.com / CC BY