Passione, voglia di fare e delle guide adeguate. Ecco i tre ingredienti che hanno consentito al team di studenti di Ingegneria dell’Università di Pisa di ideare un progetto che li porterà nello spazio. Sì, perché il loro lavoro sarà parte integrante di una missione spaziale dell’ESA (European Space Agency), che li ha scelti tra i molti studenti in lizza e gli sta dando gli strumenti per portare a termine il loro lavoro. Smartweek ha intervistato per voi Gian Marco Guidi, il team leader, che ci ha raccontato la loro storia.
Senza troppi tecnicismi, cosa avete progettato e come verrà utilizzato?
Per cominciare, c’è da precisare che l’idea del progetto viene principalmente dai professori che ci supportano. In seguito ci siamo agganciati ad un team internazionale di ingegneri e fisici che si occupano di dispositivi per lo scambio termico: in particolare, noi disegneremo un innovativo PHP (Pulsating Heat Pipe), che in italiano significa “tubo di calore pulsante”, completamente diverso da quelli studiati fino ad ora, a partire dal materiale fino alla configurazione e alle dimensioni. Anche il setup sperimentale verrà completamente rivoluzionato.
Perché il vostro progetto è stato scelto dall’ESA?
ESA ci ha scelto perché sicuramente rappresentiamo in tutto e per tutto lo spirito del programma “REXUS/BEXUS” (che fa parte delle iniziative dell’UE per la formazione dei giovani, ndr): ogni anno l’Agenzia fa uscire un bando per permettere agli studenti universitari europei di approcciarsi ad una vera missione spaziale ed insegnargli a lavorare in team su problematiche reali. Inoltre, per come sono concepiti, questi PHP sono molto versatili a livello di ingombri e configurazioni e, guardando al futuro e pensando in grande, possiamo immaginarli come possibili candidati per lo smaltimento del calore anche su basi spaziali. Perfino su Marte…