Plutone e il Mistero dei Due Vulcani di Ghiaccio

E’ possibile che Plutone abbia due vulcani di ghiaccio che sputano acqua ghiacciata, azoto, ammoniaca e metano sulla superficie del pianeta nano. Questo è quanto annunciato dalla NASA.

I potenziali vulcani sono stati localizzati in prossimità del polo sud di Plutone, dalle immagini riprese dalla New Horizons della NASA durante il sorvolo ravvicinato di luglio. Gli scienziati della NASA usarono le foto per misurare le montagne; queste sono alte diverse miglia e larghe decine di miglia, con grandi cavità in cima. “Questo sulla Terra generalmente significa una cosa – un vulcano”, ha affermato Oliver Bianco,  ricercatore di New Horizonspresso Ames Research Center della NASA.

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Gli scienziati hanno già visto crio-vulcani simili a questi nel nostro sistema solare, in particolare su satelliti ghiacciati come Tritone e Encelado. Sono proprio come i vulcani sulla Terra, ma eruttano materiale fuso e ghiacciato anzichè magma caldo. Queste eruzioni congelate si verificano quando il calore si accumula all’interno del nucleo di una satellite; di solito, è il risultato di ciò che fa il pianeta ospitante spingendo e tirando il satellite in questione, creando attrito e calore. Quando la pressione interna è abbastanza alta, i vulcani servono come valvola di sfogo, tirando fuori pennacchi di una temperatura che è un centinaio o più gradi più alta rispetto alla superficie fredda. Ma all’impatto con la superficie, in modo rapido i materiali si congelano e solidificano.

Detto questo, se Plutone non è un satellite che orbita attorno ad un altro pianeta, non si spiega quale sia la fonte di energia utilizzata dalle sue cryovolcanoes. A tal proposito si stanno confrontando alcune idee. Una è che gli elementi rimasti dal processo di formazione del pianeta – avvenuto più di 4 miliardi di anni fa – siano in fase di decomposizione radioattiva all’interno del pianeta nano, e il riscaldamento generato sia la causa del processo. Il decadimento radioattivo potrebbe anche spiegare perché Plutone sembra essere un mondo geologicamente attivo. Ci sono pochissimi crateri sulla superficie del pianeta nano, il che significa che in qualche modo, la superficie è in movimento e si ricostituisce nel tempo. Ciò allude ad una possibile fonte di energia proveniente dall’interno di Plutone.

Plutone non è l’unica cosa sconcerta gli scienziati. In occasione della 47a riunione annuale della divisione dell’American Astronomical Society per le Scienze planetarie, i ricercatori hanno annunciato che anche i suoi satelliti si comportano in modo inaspettatamente anomalo. Plutone ha un satellite di grandi dimensioni, Caronte, e quattro satelliti più piccoli: Styx, Nix, Kerberos, e Hydra. Plutone e Caronte in realtà orbitano uno attorno all’altro, perché sono molto simili in termini di dimensioni. I quattro satelliti  più piccoli girano invece all’impazzata intorno al sistema planetario. Hydra, per esempio, ruota 89 volte per compiere un viaggio intorno a Plutone. Proprio come “trottole”, i satelliti sfruttano per muoversi le attrazioni gravitazionali sia di Plutone che di Caronte. La NASA ritiene che i quattro satelliti traballanti siano i risultati di una fusione di due o più lune – il che significa che Plutone aveva una volta ancora più satelliti di quanto non ne abbia ora.