Per la Cina è arrivato il momento di guardarsi allo specchio. L’immagine riflessa racconta di un nuovo corso il cui destino è il prodotto di una presa di coscienza inequivocabile: i tempi della crescita a doppia cifra sono ormai lontani, bisognerà abbassare l’asticella delle aspirazioni ad un livello più concreto e meno annacquato di prospettive illusorie.
I funzionari del governo parlano di “nuova normalità”, che tradotto altrimenti vuol dire decelerazione. Il Fondo Monetario Internazionale preme su Pechino, affinché il target di crescita per il prossimo anno venga ridimensionato tra il 6,5 e il 7%, cioè di almeno mezzo punto rispetto ai proclami governativi.