Se si potessero applicare pratiche di game al di fuori dei contesti propri del gioco? Niente più console, basta il tuo smartphone, o addirittura uno spazzolino! “Un giorno ti alzerai al mattino per lavarti i denti e lo spazzolino sarà in grado di registrare questa attività e premiarti. Bravo, hai guadagnato 10 punti per esserti lavato i denti. E se li avrai lavati per almeno tre minuti, avrai diritto anche a un bonus. E lavandoteli tutti i giorni per una settimana ne conquisterai un altro. Ma a chi importa (genitori a parte quando sei ancora bambino) se ti lavi i denti? Ai molti che hanno un interesse economico nel mercato dell’igiene orale, dai produttori di spazzolini a quelli di dentifricio..”. Così Jesse Schell, docente presso la Carnegie Mellon University, spiegava alla “Dice Conference” di Las Vegas del 2010, il potenziale del gaming introducendo il termine gamification. Si tratta di pratiche di gioco che scavalcano i limiti dell’entertainment e che hanno lo scopo unico di tenere impegnate le persone, farle collaborare tra di loro e guidare i loro comportamenti. È infatti il potere del game di stimolare gli istinti umani, che le aziende cercano di sfruttare, per conoscere meglio i propri clienti e creare rapporti di lunga durata.
L’accezione del termine riferita al mondo del marketing inizia a diffondersi nel 2009 quando Barry Kirk, Loyalty Strategy VP presso l’agenzia Maritz, e Tim Crank, Direttore del Servizio Clienti della stessa struttura, introdussero il termine “gamification of Loyalty” al Loyalty Expo 2009, sfruttando i benefici e le dinamiche tipiche dei giochi in ottica di fidelizzazione dei consumatori. Oggi non può essere classificato come ultimo trend, ma sicuramente è una delle strategie di engagement a cui ricorrono sempre più spesso le aziende per attrarre i consumatori e mantenere con loro legami duraturi. Stando ai numeri di Gartner, che già iniziò le sue stime nel 2011, ad oggi sono più del 50% le aziende statunitensi ad adottare queste tecniche di engagement. E se i trend e le previsioni vedono un incremento sempre maggiore della percentuale, possiamo dire che questa relazione tra business e game rappresenti oggi un modello vincente.