Regalo di Natale Anticipato per le Banche Nazionali

Le banche ci credono: l’iter per la rivalutazione delle quote in Banca d’Italia entro la fine del 2013 sembra un impegno certo del Governo Letta. Si potranno così vedere gli effetti sui bilanci 2013, che si prevedono altrimenti difficili per la mole di svalutazioni ed accantonamenti preventivabili (i crediti in sofferenza del sistema sono 181,7 miliardi su 1.397,8 miliardi di crediti erogati, il 13% del totale).

L’assetto proprietario attuale di Banca d’Italia è il risultato di fusioni, privatizzazioni, trasformazioni delle banche che, una volta pubbliche, nel tempo, hanno aperto all’azionariato privato. Nel caso di Banca d’Italia l’essere azionista non porta a indirizzare o indicare la rotta della gestione, lasciata interamente alla struttura della Banca. Molte banche azioniste di Banca d’Italia vorrebbero liquidare la loro partecipazione, nel tempo lievitata in valore, seppure avara di soddisfazioni in termini di dividendi; le banche italiane principali posseggono complessivamente l’89.33% del capitale della banca centrale. I principali azionisti sono IntesaSanPaolo (42,18%), Unicredit (22,1%), Generali (6,3%), INPS (5%), Carige (3,9%), CRAsti (3,1%), BNL (2,8%), MPS (2,5%), Cariparma (2,1%),FonSai (1,3%), Allianz (1,3%), B.Popolare (1,2%).