Diritti negati, carriere interrotte, spreco di una eccellenza intellettuale valorizzata solo lontano dall’Italia, un Paese che sembra non riesca proprio a valorizzare e investire sul proprio futuro: notizie assai poco incoraggianti arrivano infatti dal mondo della ricerca universitaria italiana.
Sono stati diffusi ieri, infatti, i primi dati di “Ricercasi“, un’indagine promossa dalla Flc Cgil (federazione lavoratori della conoscenza) e condotta da un’equipe di ricercatori universitari di diversi atenei italiani sui percorsi di vita e di lavoro nell’ambito del precariato universitario. L’indagine ha avuto come scopo quello di cercare di descrivere la portata del fenomeno negli ultimi 10 anni, a partire dal 2003.
I dati sono stati raccolti sfruttando 1861 questionari online liberamente compilati, intervistando direttamente 40 precari di 10 atenei italiani diversi e raccogliendo tutti i dati messi a disposizione dal Miur su assegnisti, parasubordinati e ricercatori a tempo determinato. I risultati mostrano una situazione eufemisticamente grave e preoccupante.
Lo studio si chiude con una frase provocatoria di Derek Bok:
“Se pensate che l’educazione sia costosa, provate l’ignoranza!”
(foto da Roars.it)