Usa, Meno Soldi alle Top Universities e Meno Debiti per gli Studenti: Arriva la “Luxury Tax”

Tra un “tea party” e l’altro, il paese più liberale del mondo sta riflettendo sulla ridefinizione dei sistemi di incentivazione fiscale per i finanziamenti privati alle business schools americane. L’intuizione è stata proposta da giornali prestigiosi come The Economist e Businessweek. Stando a queste voci autorevoli, difatti, in un’epoca in cui gli student loans stanno sempre più assumendo la forma di una bolla, impedendo la stabilizzazione di mercati correlati come quello delle case, l’allocazione delle risorse private alle università americane segue criteri di tassazione inefficiente.

E’ risaputo che le grandi Business Schools americane come la Kellog University, la Columbia, Yale, e, soprattutto, Harvard Business School, sono sempre più in competizione sull’attrarre i professori e soprattutto gli studenti migliori. Il sistema di rating delle università americane crea circuiti autoalimentanti, dove gli alunni che escono dalle università più prestigiose avranno i lavori migliori, i salari più alti, e di conseguenza aumenteranno il ranking dell’università e attrarranno generazioni future di bravi studenti.
Fino a qui, niente di sbagliato.

La questione, tuttavia, diventa interessante osservando la relazione tra rating della università e donazioni degli alunni nella stessa. Le università con i rating più alti, sono quelle che hanno anche le donazioni più alte. In America è difatti pratica comune lasciare un “endownment”, una donazione, alle fondazioni che fanno a capo alle università. L’ultima donazione che ha fatto scalpore, in ordine di tempo, è stata quella del gestore di Citadel LLC, hedge fund, Kevin Griffin che ha donato a fine febbraio alla Harvard Business School più di $150mn.