“Sono qui per sedurvi all’amore per la vita”, è così che Laura Fortugno, al suo primo romanzo, esordisce quando le chiedo cosa vuole comunicare. Infatti, questa urgenza, questa grande passione nei confronti della stessa esistenza, la porta a condividere ogni aspetto, perché soltanto dal confronto e dal riconoscimento reciproco nascono i presupposti per fronteggiare le difficoltà. “Urlami”, in tutte le librerie dal 28 febbraio, pone lo sguardo su molti pericoli e tentazioni di cui sembra essere ormai schiavo l’uomo moderno. I social network, i volti anonimi, le parole senza suono stridono con il vissuto di ognuno, le cicatrici e i sentimenti con cui conviviamo. Bisogna dar credito al peso reale di ogni nostra azione, anche quelle che sembrano più irrilevanti, e le loro conseguenze, è la riflessione che l’autrice cerca di stimolare nel lettore. Infatti, Laura, si mette a nudo con il personaggio di Martina e prepara il terreno per un viaggio introspettivo destinato a chi non ha paura di farlo. Noi, incuriositi, abbiamo chiesto qualcosa in più.
“Urlami”, in tutte le librerie dal 28 febbraio, è il suo romanzo d’esordio. Si scrive per urgenza, per mancanza, per condivisione; cos’è che l’ha mossa?
“Urlami” è nato per “elaborare” un tradimento subìto quindi possiamo dire da “un’urgenza”. Il fatto di decidere di proporlo alle case editrici però è il riflesso di un desiderio di condivisione che nutro per tutte le cose che mi appassionano come cucinare, leggere, ballare e… scrivere.
La narrazione rimbalza da un personaggio all’altro e quasi si respira un senso di inquietudine. Cosa vuole trasmettere ai suoi lettori?
La riflessione che vorrei, nel mio piccolo, stimolare nel lettore è quella di osservare il “peso reale di ogni nostra azione”, anche quelle che apparentemente ci sembrano più piccole e irrilevanti. Specialmente in quest’era digitale dove con le chat si è spesso mascherati e coperti da un’identità che è possibile non rivelare… ma che può ferire molto di più di quanto immaginiamo. Non dovremmo mai dimenticarci che dall’altra parte, sia dello schermo sia degli abiti indossati da un essere umano, c’è sempre una storia e un vissuto, magari sofferto, che non conosciamo.
Nel romanzo, c’è un personaggio o una scena a cui è più affezionata, a cui ha affidato il suo pensiero?
Sì, è il personaggio di Martina, una ragazza minorenne che in chat si invaghisce di un uomo molto più grande di lei, bevendo ogni sua bugia e diventandone “preda”. È il personaggio che più rispecchia ciò che desidero trasmettere con “Urlami”.
Affrontare il passato, fare un tuffo nel dolore per riuscire ad amare noi stessi; è questo l’antidoto per l’accettazione?
Sicuramente l’accettazione passa dal riconoscere che la nostra storia, anche nelle parti meno piacevoli, può diventare un’opportunità di crescita e cambiamento. Nessuno può decidere dove nascere, in che famiglia, con (o senza) quali genitori o possibilità. Per evolvere è utile capire quanto, nel bene o nel male, questi fattori ci influenzano e individuare cosa fare per “cambiare” le cose.
Ci sveli qualche aneddoto legato al tempo della stesura…
Il romanzo è ambientato in una Milano nevosa di dieci anni fa, quando i cellulari e le chat non avevano ancora tutto il peso e le possibilità che offrono oggi ma avevano già iniziato a cambiare il modo di relazionarsi e a “mietere le prime vittime”. È ambientato in quegli anni perché furono quelli in cui scoprii di essere stata tradita. Iniziai a scrivere la storia partendo da un fatto realmente accaduto (i capitoli iniziali che fanno da premessa) per poi lasciarla evolvere da sola.
Nella vita chi è Laura Fortugno e cosa vuole comunicare?
C’è una citazione che amo moltissimo ed è questa: “Sono qui per sedurvi all’amore per la vita”… perché qualsiasi difficoltà la nostra esistenza ci costringa ad affrontare, questa vita resta un’esperienza unica e meravigliosa da vivere pienamente in ogni suo istante.