Sono molte le discipline che combinano forza fisica e precisione, strategia, abilità. Si pensi al Biathlon, dove gli sciatori, dopo aver percorso una distanza di sci di fondo, si cimentano nel tiro a segno con la carabina, per poi riprendere lo sci di fondo e così via. Oppure anche il Penthathlon che combina corsa, salto in lungo tiro del giavellotto, lancio del disco e lotta, cinque discipline che richiedono dosi diverse di abilità fisica e concentrazione. Ma nessuno di questi esempi regge il confronto con le discipline che vengono unite dal “Chessboxing”: scacchi e pugilato.
Relativamente recente, la disciplina degli ScacchiPugilato nasce nel 2003, quando un olandese, Iepe Rubingh, ne organizzò il primo incontro, prendendo l’idea da un fumetto. In 11 riprese da tre minuti l’una, gli avversari si scontrano alternatamente su ring e scacchiera, ottenendo la vittoria per KO, per scaccomatto, per abbandono dell’avversario o esaurirsi del tempo (sono 12 i minuti a disposizione per completare tutte le riprese di scacchi). La divisione in categorie riprende quella del pugilato: dai pesi mosca ai pesi massimi.
Soltanto nel 2013 è stata fondata la Federazione Italiana di ScacchiPugilato (FISP) che sta promuovendo questa disciplina con numerevoli iniziative, tra le quali il fornimento gratuito di materiale scacchistico alle palestre che vogliano inserirla nella loro rosa.
Infatti, noi italiani siamo forti in questo sport con due nomi che svettano su tutti gli altri: Sergio Leveque, l’attuale campione europeo, ha riconfermato il proprio titolo il 14 marzo a Londra, scontrandosi con il lituano Darius Rolkis e vincendo per scacco matto alla settima ripresa; e Gianluca Sirci, ex campione europeo che ha lasciato il titolo vacante per competere nel mondiale.
La capitale mondiale di questo sport sta a Londra, città dove si disputano le più importanti gare, ma è a Berlino la sede della World Chess Boxing Organization, presieduta da Iepe Rubingh, a cui competono l’organizzazione e lo svolgimento dello sport a livello internazionale. Il motto della federazione è “La battaglia avviene sul ring, la guerra sulla scacchiera”.
Sebbene nel 2013, si contassero soltanto 75 praticanti di tale sport al mondo, il numero sta crescendo e così come la sua popolarità. “Unire lo sport piùù fisico e quello più mentale, che, in realtà hanno molto in comune”, spiega Gianluca Sirci a Sky Sport. Lui ha scoperto questa disciplina alla fine della sua carriea nel pugilato professionista.
Uno sport nuovo, diverso, folle soltanto fino a che non si osserva uno scontro, dandogli la possibilità di appassionarci. E perchè no, uno sport dove noi italiani andiamo alla grande.