Scoprendo Miyazaki, il Genio Giapponese

miyazaki

E’ terminato il nostro ciclo di appuntamenti del cineforum “Scoprendo miyazaki”. Un vero successo, incontri che hanno stimolato il dibattito su diversi temi, focus ampio su un artista multi funzionale: un regista, sceneggiatore, animatore, fumettista e produttore cinematografico giapponese. Con una carriera durata cinquant’anni, Miyazaki è col tempo divenuto l’esponente dell’animazione giapponese più conosciuto all’estero ed Ergo ne è divenuto il portavoce. Riportiamo una breve recensione dei film proiettati, ogni martedì presso l’aula 21, dove la fantasia ed il reale hanno sposato argomenti come: l’infanzia, il bene ed il male, il ruolo delle donne.

porco rosso miyazaki
Porco rosso. La storia di Porco Rosso, ambientata in un’Italia anni ’30  parzialmente reinventata, vede un aviatore mercenario di nome Marco Pagot  amare e battersi per il suo onore, convivendo con il risultato di un non meglio  precisato incantesimo che gli ha trasformato il viso in quello di un maiale.  L’amabilmente fantasiosa premessa viene esposta con un’impagabile nonchalance  da Miyazaki in alcune scritte multilingua che scorrono prima dei titoli di testa. Non  è un vezzo gratuito, ma una chiave di lettura preziosissima: Porco Rosso è, anche  più di altri film del regista, un atto d’amore verso le culture “altre”, lontane dalla  sua patria. La minaccia del fascismo, la solarità del Mediterraneo, la suggestione  del passato italiano (non dimentichiamo che il Lupin di Miyazaki guidava una  500), la poesia del francese cantato, l’inchino esplicito a Hollywood e allo spirito  dei film d’avventura hollywoodiani degli anni Cinquanta.

La città incantata miyazaki

La città incantata. ”La città incantata” è la summa del pensiero di Miyazaki: presenta tutti i temi ricorrenti della sua filmografia, trattati con un tocco ancora più delicato e con una armonia ineguagliata. La protagonista è Chihiro, una ragazzina che sta traslocando con i suoi genitori. A causa di una deviazione e dell’ingordigia dei genitori Chihiro si ritrova sola in un mondo magico di cui non conosce le regole (una stazione termale per gli spiriti della tradizione giapponese), e deve cercare di cavarsela e di riottenere i propri genitori. La prima crudele regola del mondo degli adulti la si impara subito: devi lavorare o scomparirai.

Il lucido rifiuto della crescita economica che distrugge la natura e schiavizza gli uomini è in questo film condensato in pochi simboli leggeri ed efficaci: il mostro che divora tutto ma che tutti (tranne Chihiro) adorano perché produce oro, la firma del contratto lavorativo che ti ruba il nome e vuole rubarti l’anima, i fiumi che scompaiono seppelliti dall’immondizia o dal cemento. L’acqua svolge come al solito un ruolo centrale: un fiume divide i mondi e c’è anche una inondazione (non uno tsunami come in “Conan il ragazzo del futuro” e “Ponyo sulla scogliera”), che non porta distruzione ma bellezza. L’acqua non è più quindi solo un elemento dell’ambientazione (come in “Il castello nel cielo” e “Porco rosso”), ma si fa veramente personaggio, anzi si mostra nei suoi vari aspetti attraverso più voci. Infine, vediamo come ogni difficoltà sia superata non con una prova di forza o astuzia , ma con i due valori chiave del mondo Miyazaki – bontà e coraggio – e soprattutto con una nuova amicizia. Ad ogni passaggio della storia corrisponde infatti un nuovo personaggio (sempre narrativamente straordinario) con cui Chihiro riesce a legare. Quando l’avventura si compie l’amicizia si è fatta così vasta da includere tutti i personaggi.

castello errante di howl miyazaki

Il castello errante di howl. Il genio ha colpito ancora. Dopo più di vent’anni di carriera c’è veramente da togliersi il cappello davanti ad uomo, prima ancora che regista, capace come nessuno mai prima nel campo del cinema d’animazione (e non solo) di riuscire a centrare sempre e comunque l’obbiettivo che ogni cineasta dovrebbe avere come scopo unico: emozionare. E di emozioni, l’ultima opera di Hayao Miyazaki, ne offre veramente a bizzeffe. Howl’s Moving Castle, è un ulteriore tassello, nel mosaico che il regista giapponese sta componendo col passare degli anni che mescola l’attenzione alle tematiche ambientali, all’utilizzo malsano della tecnologia, che propone esseri umani calati in universi fantastici ed immaginari, dove creature soprannaturali insegnano all’uomo come vivere e quali valori seguire e difendere.

Tra realtà dell’immagine e metafore, il film si dipana lentamente, offrendo la abituale ma sempre fenomenale panoramica sui paesaggi e personaggi da sogno (il film realizzato in maniera tradizionale è visivamente impressionante), nei quali la fantasia di Miyazaki e di Joe Hisashi, autore della colonna sonora, si sbizzarriscono raggiungendo vette se possibile ancora più elevate che nel premiato Spirited Away (La città incantata). Attuale e concettualmente scevro da contaminazioni ideologiche di qualsivoglia natura, Howl,riesce ad essere pellicola antimilitarista, raffinato melò sentimentale, grande spettacolo di intrattenimento per tutti ed, in ultimo, saggio ammonimento sull’importanza delle relazioni interpersonali tra gli esseri umani. Venezia s’inchina. E noi altrettanto.