Il mercato del food delivery al tempo delle Start up è in pieno fermento. Nella patria del “mangiare bene”, offrire un servizio semplice, efficace e di qualità è l’imperativo da cui partire per sfondare. Ma per primeggiare serve un punto di forza. Sgnam, start up bolognese nata a fine 2012, ha puntato molto sul risparmio grazie ad una fedele racconta punti. Un modello di business che ha pagato. Ad oggi Sgnam è presente in cinque città e al suo interno lavorano 11 persone, tutti giovanissimi. Noi di Smartweek abbiamo intervistato Giovanni Cavallo, founder di Sgnam.
Quando e come è nata Sgnam?
Sgnam nasce come progetto tra amici nel 2012, con un’analisi del mercato del food delivery, conseguenza di una grande passione verso il cibo in tutte le sue varietà, con un interesse primario alle diversità che varie regioni del mondo sanno proporci. Averle tutte disponibili a distanza di un click: questo l’obiettivo. Il progetto viene lanciato, dopo mesi di progettazione e sviluppo, a fine 2012. In quei mesi ci siamo trovati davanti a varie rivoluzioni interne, sia in termini di team che di visioni da seguire.
Come funziona il vostro servizio?
Il servizio è semplice, ed è proprio questo il grande vantaggio di chi ancora usa il volantino per ordinare o più semplicemente si trova col frigo vuoto: grazie all’app (disponibile su iOS e Android) o al sito internet, in pochi click riusciamo ad ordinare la nostra pizza preferita o un bel pranzo dal sushi migliore in zona da mangiare con i colleghi in ufficio, il tutto consegnato a domicilio entro poche decine di minuti.
In quali città è attivo il servizio?
Il servizio è partito inizialmente su Bologna, per poi espandersi su Modena, Reggio Emilia, Firenze e da un paio di mesi anche a Milano. Lavoriamo quotidianamente per offrire ai nostri utenti la miglior offerta di ristoranti a portata di touch, sia in termini di numero che di qualità. Ad oggi sono attivi più di 160 ristoranti.
Qual è il vostro modello di business? In quanti lavorano dentro alla startup?
Il modello di business è semplice e già consolidato all’estero da colleghi che operano nello stesso settore: una piccola parte di ordine passato dalla piattaforma va a Sgnam. Importante da dire che il prezzo online è lo stesso che si troverebbe ordinando col telefono, dunque nessun sovrapprezzo.
Al momento siamo in 11: tutti giovanissimi e con una grande passione verso la tecnologia e, ovviamente, il cibo! Il team è suddiviso in 2: 5 operano in ambito business e 6 sullo sviluppo della piattaforma, valore importantissimo per un progetto come il nostro.
Che differenza c’è fra il vostro servizio e quello offerto da alcuni vostri competitors sul mercato italiano? Mi riferisco ad esempio a Tastyfood, MyMenu, Justeat, Youeat
Abbiamo pensato molto al risparmio come punto di forza: la raccolta punti permette di avere uno sconto di 5 euro ogni 10 prodotti da almeno 5 euro. Inoltre, iscrivendosi alla newsletter o seguendoci sui vari social, si ha la possibilità di avere accesso a determinati sconti “flash” fino al 20%. Un’ottima opportunità per gustarsi un bel piatto con un occhio anche al portafoglio.
A livello tecnologico, da un lato stiamo cercando di sviluppare un’interfaccia che sia il più facile e veloce possibile, così da permettere di ordinare in pochi secondi, dall’altro offriamo un’app gestionale ai ristoratori, strumento che ci permette di abbattere radicalmente i costi operativi.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Per il momento stiamo cercando di consolidarci nei luoghi in cui siamo già presenti. Speriamo quanto prima di poter offrire il nostro servizio in tante altre città italiane!
Quanto è difficile fare impresa in Italia?
Essendo alla prima esperienza, non abbiamo metro di paragone, l’unica cosa che posso dire è che cerchiamo a testa bassa di imparare dai nostri errori e di stare il più lontano possibile dalla burocrazia: fa perdere tanto tempo e distoglie dall’obiettivo. Ad ogni modo nel corso di questi anni stiamo vedendo tanti piccoli miglioramenti: speriamo veramente che questa sia la via e che la semplificazione continui, bisogna diventare più competitivi a livello globale, iniziando ad attrarre maggiore risorse e farne scappare meno.