“Chi compra beni come scarpe e borse è posseduto da una specie di demone della vanità, è riluttante ai ritardi, ai disguidi, alla taglia sbagliata, disdegna il prodotto di scarsa qualità, vuole conoscere la storia di una griffe perché ama la qualità e non è disposto a scendere a compromessi. E, non ultimo adora esibire, esibirsi, immortalarsi e spammarsi sulle piattaforme social più note. E allora, ci siamo detti: “perché non unire l’utile al dilettevole?”. E’ da questa premessa che nasce Shoozy, applicazione per gli amanti dello shopping. Nata prima come social fotografico che permetteva ai negozi e agli utenti di stabilire un contatto reale, Shoozy ha nel tempo cambiato modello di business.
Noi di Smartweek abbiamo parlato con Davide De Luca, Chief Design Officer della startup, che ci spiegato come funziona Shoozy.
“Shoozy è un’applicazione mobile pensata esclusivamente per chi ama gli accessori preferiti dalle donne: scarpe e borse e abbigliamento in generale, quindi è per le donne. (Ma non è esclusa un’estensione in futuro anche verso altri settori fashion), che consente a chi la possiede, di vedere in tempo reale i prodotti del proprio negozio fisico preferito, e permette due veloci e vantaggiose soluzioni di acquisto:
– online anzi mobile (direttamente da mobile), con consegna a casa;
– in negozio, ma bypassando la fila per la cassa, e pagando con un touch direttamente dal proprio dispositivo mobile.
Questa seconda soluzione è senz’altro la più intrigante. E può davvero far impazzire le fashion victims, perché quando si entra fisicamente in un negozio, e quando si acquista con Shoozy nel negozio, si accumulano punti, che vengono convertiti in coupon-sconto da spendere in un qualsiasi negozio affiliato Shoozy. Inutile dirlo, ma ve lo diciamo lo stesso, il meccanismo della gamification, che fa cumulare punti – sconto incentiva enormemente la relazione one-to-one, che dopo l’invasione degli e-commerce (uno fra tutti e il primo: Zalando) è stata svilita, rendendo l’esperienza dell’acquisto online certamente più veloce, ma asettica, impersonale e troppo spesso deludente”.