Riuscite a immaginare un posto di lavoro in cui dovete stare alla larga da computer, tablet e smartphone per tutte le 12 ore di ufficio, ogni giorno? Se nel 2014 tutti i business sembrano andare verso una progressiva informatizzazione, questa scelta di “astinenza” da tecnologia appare totalmente controcorrente. La notizia assume caratteri ancora più interessanti se a prendere l’insolita decisione è il Ceo di un’attività che su internet ci vive, e di cui il punto di forza è proprio la continua interazione con i propri fruitori, in ogni angolo del mondo. Stiamo parlando di Slava Rubin, socio fondatore e proprietario della piattaforma crowdfunding IndieGoGo, e della sua autoimposta routine lavorativa completamente tech-free.
Vi state chiedendo come faccia il Ceo di una delle piattaforme di crowdfunding leader sul mercato a non utilizzare alcun espediente tecnologico? “Lo chiamo il mio rituale dalle 9 alle 9” spiega Slava Rubin “ciò che faccio è semplicemente interagire con le persone dalle 9 di mattina alle 9 di sera. Per tutte le cose che richiedono un vero computer come usare excel, fare presentazioni o modelli, lo faccio la mattina presto o la sera tardi perché a quell’ora non posso interagire con i miei collaboratori, parlare ai clienti o fare colloqui di lavoro.” A rimetterci sono sicuramente le ore di sonno, ma a quanto sostiene Rubin a guadagnarne è l’intera qualità della vita: “Penso che stare seduti sia la droga della nostra generazione”.
In un mondo che non si ferma ad aspettare nessuno, dove velocità di azione, reazione e tempismo sono tutto, per Rubin è severamente vietato distrarsi su Twitter e Facebook, mandare mail, what’s app e compilare tabelle online. La chiave per il successo tornano ad essere le relazioni umane. Sarebbe proprio questa la forza di IndieGoGo, la cui missione è coniugare il potenziale infinito ma impersonale del web con il rapporto di conoscenza e fiducia che si può instaurare solo personalmente. Sarebbe questo il cocktail vincente che sta rendendo il crowdfunding un fenomeno sempre più diffuso, accessibile ed efficace: “può essere usato assolutamente da chiunque” afferma Rubin, “le uniche chiavi per il successo sono una buona piattaforma, essere proattivi e trovare un audience che ti stia a sentire”.
L’utilizzo di IndieGoGo è gratuito sia per chi finanzia sia per chi cerca supporto alle proprie idee. Cosa ha spinto dunque nel 2008 Danae Ringelmann, una delle 50 donne più influenti del mondo nel campo della tecnologia con un passato a JP Morgan, Eric Schell, ex studente di ingegneria informatica dell’Università del Colorado e Slava Rubin, all’epoca impegnato in un evento di carità per la lotta contro il cancro, a cimentarsi in quest’impresa? Puro spirito di volontariato? Sicuramente no, dato che IndieGoGo deduce una percentuale dai fondi raccolti da ogni campagna da un massimo del 9% ad un minimo del 3% per gli enti non profit. I capitali in gioco sono sicuramente ingenti considerando che 9 milioni di utenti accedono al sito ogni mese, ogni giorno sono attive più di 7000 campagne e c’è stato un aumento del 1000% nella raccolta dei fondi negli ultimi due anni. Nonostante questi numeri da capogiro i fondatori non si sbilanciano: “non so quale sia l’obiettivo finale” dichiara Rubin “ma ciò che siamo oggi e in futuro è qualcosa che vuole rendere possibile a chiunque di raccogliere fondi per un qualsiasi progetto. L’idea dev’essere la tua passione, la tua campagna. Se hai qualcosa che ti sta a cuore, usa i mezzi che mettiamo a disposizione: noi lo rendiamo veloce e facile.”
Quando Rubin parla di “qualsiasi idea”, prendetelo pure alla lettera: è stato lo stesso Ceo a retwittare, rigorosamente dopo le 9pm, la campagna di un ragazzo che ha appena utilizzato IndieGoGo per chiedere agli utenti del Web di finanziarlo per frequentare una summer school ad Harvard. Secondo voi ce l’ha fatta? Ebbene si, raggiungendo il 102% del capitale che si era prefissato.